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Ciao Hillary, il gigante buono
lascia la città

ANCONA - Il nigeriano di 41 anni ha scelto dopo vent'anni di rimpatriare. Una presenza fissa e discreta del centro città, era rimasto disoccupato per problemi di salute diventando l'emblema della solitudione. Grazie al progetto "Back to the Future" gestito dagli operatori del Gus potrà riabbracciare la compagna e i due figli

Hillary alla stazione con gli operatori del Gus

 

Dopo quasi vent’anni passati in Italia, torna in Africa Hillary, il 41enne nigeriano conosciuto da tutti in Ancona come il “gigante buono”. Ad aspettarlo a casa, a Lagos, ci sono la sua compagna e i suoi due figli di 12 e 20 anni. Ma c’è anche un lavoro: Hillary si appresta, infatti, ad aprire un’attività commerciale di cosmetici, la stessa lasciata in Africa prima di partire per l’Europa in cerca di migliore fortuna. Arrivato in Italia con un permesso per motivi di lavoro e ottenuto poi quello per lungo soggiornanti, nel 1999 ha trovato quasi subito lavoro in una fonderia nelle Marche, nella zona di Ancona, dove è diventato operaio specializzato. Qui ha lavorato fino al 2011, quando per problemi cardiaci ha dovuto abbandonare le fonderie senza avere la possibilità di trovare una collocazione diversa in azienda. È rimasto solo con la sua malinconia, diventando una presenza fissa ma discreta del centro cittadino, l’emblema della solitudine. «Una singolare malinconia» racconta Azzurra Ferro, operatrice GUS che ha conosciuto Hillary nel progetto Emergenza abitativa di Ancona alla fine del 2013. «Parlava con lo sguardo, con quegli occhi grandi, sereni e malinconici nello stesso tempo». Sempre in giro da solo, «con quel cappello da pescatore riconoscibilissimo in centro ad Ancona, tanto da finire in un reportage fotografico della città. Non si entusiasmava e non si abbatteva mai». Fino alla settimana scorsa ha svolto dei lavori socialmente utili per il Comune dorico e solo qualche mese fa ha conosciuto il progetto “Back to the Future” per il rimpatrio volontario. All’inizio non lo aveva preso in considerazione, ma il desiderio di tornare in Africa lo ha spinto verso la terra d’origine.

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