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Bollette e affitti non pagati
dal Ministero: il Comune ricorre
al Consiglio di Stato

ANCONA – L'avvocatura comunale si appella per ottenere circa 6 milioni di euro dal Ministero della Giustizia per il rimborso delle spese di funzionamento degli uffici giudiziari

La corte interna del tribunale di Ancona

 

Bollette e affitti non pagati dal Ministero della Giustizia per il funzionamento del Tribunale, il Comune ricorre al Consiglio di Stato per ottenere il pagamento di circa 6 milioni di euro. La situazione paradossale si trascina da anni: Palazzo del Popolo anticipa le spese per gli uffici giudiziari, tra bollette, pulizie, utenze, sorveglianza e manutenzioni, mettendoci anche la proprietà della sede della Corte di Appello e del tribunale di Sorveglianza del Viale della Vittoria, per cui dovrebbe riscuotere un affitto. I soldi anticipati però non sono mai stati reintegrati interamente e a distanza di anni, le casse del Comune continuano ad attendere i rimborsi. Solo per il periodo 2011-2015, l’avvocatura comunale è arrivata a presentare un ricorso al tribunale amministrativo contro i tagli decisi dal Ministero delle Finanze: a fronte di 6 milioni iscritti a bilancio, solo 2 milioni sono stati riconosciuti da Roma e saranno rimborsati in quasi 30 anni, con versamenti di 70mila euro all’anno. Il ricorso al Tar è stato in parte accolto, quando vengono dichiarati dalla magistratura illegittimi i tagli effettuati, ma è stata respinta la questione di legittimità costituzionale per contestare la violazione del principio costituzionale di corrispondenza tra funzioni e oneri. Da qui la decisione della giunta di proseguire con la battaglia legale contro il Ministero, appellandosi al Consiglio di Stato per ottenere per intero il pagamento dei 6 milioni di euro. “Andremo fino in fondo perché crediamo di avere diritto a questi rimborsi” ha spiegato l’assessore alle finanze Fabio Fiorillo.

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