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Città Creative Unesco,
Vittorio Salmoni:
«Fabriano laboratorio di rinascita»

FABRIANO - A Roma si è tenuto martedì il meeting del network mondiale. Iniziano i preparativi per l'incontro del 2019. L'architetto Salmoni: "L'assistenza ai territori colpiti dal sisma dell'Italia centrale del progetto Rinasco avrà un respiro internazionale, allargando il proprio supporto a territori colpiti da cataclisimi come il Chiapas, l'Ecuador, Haiti e il Giappone"

Fabriano Città Creativa dell’Unesco (foto d’archivio)

 

Vittorio Salmoni

 

di Sara Bonfili

Un grande progetto di accoglienza e diffusione culturale presentato ufficialmente il 31 ottobre a Roma – città creativa Unesco per il cinema. Stiamo parlando dell’XIII International Meeting delle Città Creative Unesco che si terrà a Fabriano  –  città creativa per l’artigianato – nel 2019. Recentemente nella rete Unesco si sono aggiunte 64 città mondiali. Tra queste, le new entry italiane sono Milano, Carrara, Pesaro e Alba.  In rappresentanza di Fabriano Città Creativa erano presenti a Roma il sindaco Gabriele Santarelli, l’architetto Vittorio Salmoni e l’avvocato Carlo Maria Pesaresi. Nei dibattiti romani si è discusso di policies culturali strategiche, delle piattaforme 2018-2019, di forme di cooperazione tra città creative e programmi di promozione culturale, con particolare riferimento alle città dalle vocazioni “cinematografiche”. Ma il meeting del 2019 è stato centrale per l’intero dibattito. L’architetto Vittorio Salmoni spiega perché. «Abbiamo messo in evidenza il valore dell’evento del 2019 per le città creative mondiali. Ricordiamo che si sono aggiunte al network Unesco 64 città. Siamo arrivati a 170 città in totale, di 72 nazioni. L’incontro romano, uno degli incontri annuali che i membri delle rete organizzano, e che raccoglieva i delegati delle città creative italiane attorno al tema del cinema,  è stato l’occasione per Fabriano per aprire i lavori di organizzazione del meeting. Si è parlato di politiche culturali e di cooperazione e della prosecuzione del progetto “Rinasco”, lanciato dalla Fondazione Merloni con Francesca Merloni quest’estate in assistenza ai territori colpiti dal sisma dell’Italia centrale, che avrà però un respiro internazionale, allargando il proprio supporto a territori colpiti da cataclisimi come il Chiapas, l’Ecuador, Haiti e il Giappone».

Come valorizzare questa Città dell’artigianato e delle arti popolari?

«Come si sa, Fabriano è City of Craft and Folk Art dell’Unesco dal 2013. Il lavoro manifatturiero quindi è il fulcro delle politiche attive che verranno promosse anche con l’occasione del meeting. La prosecuzione e l’ampliamento del progetto “Rinasco” per il Chiapas, Ecuador, Giappone colpiti da sismi di grandi proporzioni ed Haiti colpita a più riprese da uragani e altre calamità naturali, vuole essere un’azione concreta. Un modo per contribuire a quella che è un’emergenza italiana, e gettare le basi per un progetto di più ampio respiro. Per quanto riguarda l’Italia ci si concentrerà sulla ripresa dei territori dell’Appennino centrale, cercando di contribuire a rilanciare i settori lavorativi interessati».

Le attività delle altre città creative italiane?

«Le altre hanno cominciato a lavorare su politiche rigenerative a base culturale, in accordo con università, istituzioni pubbliche e private legate alle politiche ambientali e al patrimonio culturale».

Chi lavorerà sul territorio per organizzare il Meeting Internazionale delle città creative a Fabriano?

«Sarà un evento dalla grande portata organizzativa: collaborerà il Comune, la Fondazioni Merloni che è il soggetto gestore della città creativa Unesco, le quattro università marchigiane, l’Istao, le università dei luoghi con cui siamo in contatto e i soggetti che si aggregheranno durante i lavori. A Fabriano si riverseranno circa 510 delegati delle 170 città della rete: un’intera popolazione. Più lo staff Unesco, gli organizzatori, gli artisti che parteciperanno a vario titolo, gli esperti invitati. Sarà sicuramente un evento culturale cruciale».

Si possono anticipare altri progetti?

«Sì, uno molto importante: abbiamo lanciato un progetto in collaborazione con Matera città della cultura 2019, che dovrà essere maggiormente sviluppato. I due eventi si svolgono contestualmente nel 2019, e sarà indispensabile lavorare di concerto».

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