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La Fanciulla di Plestia?
E’ ‘sfollata’ ad Ancona

SERRAVALLE - Il sindaco Gabriele Santamarianova: "La vogliamo di nuovo con noi!"

di Maurizio Verdenelli

Di Lei si erano quasi perdute le tracce dopo la mostra, il 2 luglio dello scorso anno, ad Ancona, a Palazzo Ferretti splendida sede cinquecentesca del Museo archeologico delle Marche. Una mostra allestita in occasione della Festa dei Musei, nella cui locandina tra le altre numerose esaustive indicazioni mancava tittavia quella, fondamentale della chiusura. Un’esposizione sine die. Infatti. Lei è la Fanciulla di Plestia, la principessa dell’altopiano tra Umbria e Marche ‘omaggiata’ dal ministro Franceschini e dalle più alte cariche a Montecitorio nel giugno di quello stesso anno 2016, di scarsa grazia per le speranze di sviluppo turistico (e pure tout court) per Serravalle di Chienti dove l’importantissimo rinvenimento è stato fatto. Dall’estate di due anni fa, la Fanciulla risulta infatti ‘sfollata’ nel capoluogo regionale da quella Terra di Mezzo dove ‘dormiva’, nonostante …il terremoto del ’97, da duemila anni. Emigrata a palazzo Ferretti con tutto il suo principesco ‘bagaglio’ di monili, fibule decorati con ossi, pendants, gioielli e vasi con cromatici intarsi rossi, così come si conveniva ad una gran dama del settimo (forse sesto) secolo Avanti Cristo.

Veramente non è stato facilissimo per il cronista individuare dove la Fanciulla fosse davvero, ad ignorarlo era anche un’importante archeologa che ha preso parte alla ‘campagna’ di scavi in occasione della realizzazione della superstrada Valdichienti. E nulla sapeva Venanzo Ronchetti, ex sindaco del paese ed ormai notissimo per le sue battaglie per la ricostruzione perfetta post sisma. “Tutti i reperti della tomba sono ancora ad Ancona” ha rivelato alla fine il sindaco di Serravalle di Chienti, Gabriele Santamarianova contattato dopo alcuni tentativi. E voi, dopo la ‘perdita’ della R4 rossa di Aldo Moro, appartenuta al serravallese Filippo Bartoli (ora custodita dopo il restauro presso il museo della Polizia di Stato)? “Noi, come comune, stiamo lavorando per poter custodire nel nostro museo un tale tesoro. Per il paese che perde 100 abitanti ogni 5 anni, rappresenterebbe senz’altro una vitale occasione di rilancio”. Come vi state muovendo? “Attraverso vari contatti”. Con Soprintendenza o la direzione del Museo archeologico di Ancona? Nessuna risposta.

Gabriele Santamarianuova

Tradizionalmente più battagliero l’ex primo cittadino, il popolarissimo ‘sindaco del terremoto’: “Ancona deve restituirci la Fanciulla di Plestia. Bisogna finirla con questa politica accentatrice sul capoluogo di regione a scapito di territori che soffrono tanto chiaramente per gravi calamità e spopolamento”. Il riferimento parte da lontano, storicamente da Pergola per finire (secondo Ronchetti) pare nella vicinissima Muccia dove si è registrata, con il rallentamento dei lavori della stessa superstrada, la scoperta di una grande villa romana grazie ad uno dei due gruppi di archeologi incaricati dalla Quadrilatero. Tuttavia moltissimi sono i reperti rinvenuti sull’altopiano tanto da riempire interi magazzini (allarmati) sia nella frazione montana folignate dove esiste uno splendido Mac, Museo archeologico Colfiorito, sia a Perugia. Molte tombe sono peraltro ancora inedite, come la splendida ‘Tomba degli Sposi’: la speranza che il processo di valorizzazione di questo immenso patrimonio conosca una sensibile accelerazione a vantaggio dello sviluppo dell’area così gravemente penalizzata dal terremoto sia di vent’anni sia, sia quello del Centritalia che ha colpito gravemente tutti i centri contigui all’altopiano, a cominciare da Muccia, paese fondato secondo la leggenda da Muzio Scevola che, si sa, non era l’uomo della resa difronte alle ‘invasioni’.

Venanzio Ronchetti

Intanto se non a Serravalle, la Fanciulla ‘fuggitiva’ farà capolino in modo virtuale fuori regione, in Umbria al Museo archeologico nazionale e teatro romano di Spoleto. Alle  17 di domani (venerdì) , nel contesto di ‘Raccontando la Storia’, conferenza di Nicoletta Frapiccini del Polo museale delle Marche: “Il corredo della fanciulla di Plestia e i rituali della necropoli di Serravalle di Chienti”.  La Principessa dell’altopiano aveva già avuto una bella presentazione a Montecitorio il 22 giugno 2016, presenti con il ministro Franceschini, anche il il collega Delrio; il presidente Anas, Armani e la vicepresidente della Camera, Marina Sereni. A conclusione era stato siglato un protocollo d’intesa tra Mibact, Anas e Mit con un convegno su: “Infrastrutture ed archeologia: da interferenze ad opportunità”. Il riferimento palese, naturalmente, la superstrada. Che se non ha fatto sparire sull’onda della velocità i turisti (anzi, raddoppiati!)  sembra essersi portata via dall’altopiano la Principessa con quello che viene definito uno dei più interessanti corredi funebri della storia romana, inevitabile punto d’attrazione per qualsiasi sito lo possa esporre! In effetti, dice una nota ufficiale in relazione all’evento spoletino, domani pomeriggio: “In occasione della costruzione dell’asse stradale Civitanova-Foligno è emerso un nucleo di sepolture di notevole interesse, soprattutto in riferimento ai rituali funerari.

Una di queste deposizioni, con un ricco corredo, è stata oggetto di lavori di restauro, cui è seguito lo studio dei materiali, appartenuti a una defunta definita “la fanciulla di Plestia”. La necropoli è ubicata lungo un antico asse viario ricalcato in parte dal moderno tracciato che ora, come allora, mette in comunicazione i centri dell’entroterra umbro-marchigiano con i siti costieri sul mare Adriatico. Lungo questo tracciato sono villaggi preistorici e siti protostorici con le relative necropoli, nonché insediamenti di epoca successiva, che documentano come il popolamento della zona non abbia conosciuto soluzione di continuità sino a oggi”. La nota conclude: “La storia della fanciulla di Plestia e l’area presso il valico di Colfiorito di Foligno che, da sempre, costituisce un passo appenninico di importanza strategica per il controllo di traffici e lo scambio di merci saranno presentati con dovizia di particolari”. Buon viaggio in Umbria, ne vale la pena!

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