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L’Erap si rimbocca le maniche
e ripulisce la vergogna
di via Circonvallazione

ANCONA – Raccolte tonnellate di rifiuti pericolosi, tra cui 160 pneumatici, l'ente per l'abitazione assicura entro l'anno la bonifica dall'amianto. Una cancellata è stata installata per evitare che la terra di nessuno torni ad essere una discarica. “Abbiamo saputo dell'emergenza solo il 15 ottobre” spiegano i funzionari

L’area della discarica ora chiusa da un cancello

Il cortile bonificato

di Giampaolo Milzi

Non è e non sarà più terra di nessuno, mega-colpo di spugna dell’Ente regionale per l’abitazione pubblica della provincia di Ancona (Erap) in un’area ampia circa 100 metri per 4 ai margini di via Circonvallazione che si era trasformata in una enorme discarica a cielo aperto, a due passi dalle mura dello storico parco della Cittadella. I tecnici di “Spazio Verde”, la cooperativa incaricata dall’Erap specializzata in bonifiche ambientali, sono intervenuti più volte raccogliendo, trasportando via tonnellate e tonnellate di rifiuti di ogni tipo, alcuni speciali e pericolosi, tra cui ben 160 pneumatici, e attivando le procedure di smaltimento previste dalla legge. Di più, per evitare che la situazione di estremo degrado nociva per la salute pubblica si ripeta, hanno posizionato una cancellata con rete nel piccolo spazio che dava libero accesso alla striscia di terreno infestata, ovvero dove termina la serie di palazzine Erap di edilizia popolare (numeri civici 1, 3 e 5) e inizia la lunga stecca grigia delle strutture che fungono da box-ripostiglio per i residenti dei citati edifici.

Il cortile prima della bonifica

Grossi pezzi di vetro e vetrate, bottiglie, ferraglia e lamiere, tubature, calcinacci e vario materiale edile di risulta, pezzi di arredi e mobilia casalinghi, sanitari, due frigoriferi e altri elettrodomestici rotti, carta, cartoni e cartacce, vecchi libri in gran quantità. E ancora: sette fusti arrugginiti per fortuna riempiti solo d’acqua, acqua che sarebbe utilizzata dal proprietario di un orticello abusivo a ridosso del reticolato con fino spinato che divide tutta l’area eco-devastata da quella contigua e retrostante della Marina Militare. Ecco quello che avevamo annotato sul taccuino di Cronache Ancona il 6 novembre, quando messi in allarme da una vera e propria collinetta di immondizie che si affacciava sulla via ci eravamo inoltrati nella zona infestata e abbandonata. Una lingua di suolo in cui i rifiuti si erano sedimentati via via per mesi – almeno da settembre, secondo alcuni affittuari degli appartamenti Erap, che dicono di aver lanciato ripetuti sos – in modo incontrollato, senza che le istituzioni competenti muovessero un dito.
L’operazione di bonifica è stata coordinata dal dott. Giacomo Giambartolomei, funzionario Erap per il settore utenza. Ma come mai siete arrivati così tardi? Qualcuno parecchie settimane fa aveva addirittura appiccato il fuoco a un cumulo di rifiuti, un rogo doloso secondo i vigili del fuoco. Sembra che prima di voi sia intervenuta almeno in una occasione Anconambiente. Qualcosa non ha funzionato a livello di comunicazione e coordinamento? “Abbiamo saputo di questa eco-emergenza solo il 15 ottobre scorso su segnalazione della squadra edilizia della polizia municipale reduce da un sopralluogo sul posto. – giura Giambartolomei – E nel giro di poco più di un mese siamo andati anche noi a verificare e abbiamo agito a fondo e in più riprese, nonostante il nostro personale sia ridotto rispetto alle esigenze di tutto il territorio sotto la nostra responsabilità”.

L’area bonificata con il capanno in eternit da smaltire entro l’anno

Un’azione di risanamento radicale, ma ancora non completata. Nella zona – speriamo non più franca per i “pirati” dello scarico illecito di materiali d’ogni sorta – c’è ancora molto da lavorare. A cominciare dallo smantellamento del capanno fuori-legge realizzato anni fa da ignoti in legno, canne, plastica, tubature, e ricoperto con lastre in disfacimento costituite da eternit contenente pericolosissimo amianto. “Entro la fine dell’anno – assicura Giambartolomei – toglieremo di mezzo anche quello e completeremo la pulizia di alcuni angoli, inoltre chiuderemo l’altro piccolo accesso alla zona presente alla fine della stecca box. Inoltre monitoreremo periodicamente tutta la zona bonificata in collaborazione coi vigili urbani, e installeremo delle telecamere, forse già entro Natale”. Cancelli, controlli e videosorveglianza ci consentiranno di prevenire e reprimere eventuali, possibili, atti di eco-pirateria”. Già, la prevenzione. E la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di chi abita da quelle parti. “Perché abbiamo il fondato sospetto – spiega il funzionario Erap – che la discarica si sia formata non solo per colpa di privati e aziende che si erano disfatti dei rifiuti per risparmiare i costi legati agli smaltimenti effettuai in sicurezza e nel rispetto delle normative, ma che in piccola parte vi abbiano contribuito proprio alcuni residenti delle vicine palazzine Erap”.

Il capanno di amianto prima della pulizia

Da qui una nuova strategia di collaborazione fiduciaria con gli assegnatari degli alloggi popolari: “Faremo una riunione con tutte le famiglie delle abitazioni Erap. Formalmente quella è una zona di loro pertinenza, quindi dovrebbero essere loro le prime a non sporcare, vigilare e ripulire. Certo, sappiano che non hanno i mezzi per bonifiche di questo tipo, proprio per questo occorre prevenire. Alcune famiglie già ci segnalano presenze e scarichi sospetti in zona, ci aspettiamo che lo facciano tutte”.
Da definire anche la questione della “stecca dei box”. Ripetutamente forzati, danneggiati, usati addirittura per dormirci dentro dai soliti ignoti, molti residenti hanno rinunciato ad utilizzarli. Giambartolomei: “I box-ripostiglio che si affacciano su via Circonvallazione saranno revisionati, rimessi in sesto e riassegnati. Quelli che danno sul lato opposto sigillati. Saranno sostituite le serrature, distribuite nuove chiavi. Così come ci accorderemo con gli affittuari degli alloggi Erap per regolare la loro disponibilità delle chiavi di accesso alla striscia di terreno a rischio immondezzaio”.
Infine, il giallo-nero ancora irrisolto della grande abitazione in cemento a più vani, mai completata del tutto e priva di finiture, proprio all’ingresso dell’ex discarica. Finestre aperte o mancanti, pareti segnate da profondissime crepe, lurida, facilmente accessibile dallo spiazzo erboso dietro, sembra poter perdere pezzi o crollare da un momento all’altro. Una casa fantasma, dove si aggirano come spettri senzatetto e balordi. Una casa abbandonata, perché – pare – il proprietario si è ammalato e se ne sono perse le tracce.
Ma che è pur sempre in zona di proprietà dell’Erap, fino a prova contraria. E costituisce un pericolo per chi vi passi accanto. Dov’è la pratica edilizia che la riguarda? Che fa il Comune? L’Erap promette di investigare e intervenire presto.

La casa abbandonata all’inizio di via Circonvallazione

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