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Le Marche del precariato,
«situazione tra le peggiori in Italia»

LAVORO - La Cgil presenta i dati del 2017: aumentano i contratti ma non quelli a tempo indeterminato

 

Lavoro: aumenta la precarietà nelle Marche. Situazione tra le peggiori d’Italia. È il quadro dell’occupazione in regione che emerge dall’analisi dei dati Inps, elaborati dall’Ires Marche per i primi nove mesi dell’anno (gennaio-settembre 2017) e che posiziona la regione al terzultimo posto in Italia per percentuale di contratti a tempo indeterminati stipulati nel 2017 (sul totale dei contratti chiusi). Con il suo 9,9% (contro la media nazionale del 17,2% e quella del Centro Italia del 15,9%), le Marche sono davanti solo a Valle d’Aosta e Trentino.

Ad aumentare sono solo i contratti a termine, di apprendistato e stagionali che passano da 97.903 del 2016 a 142.097 nel 2017, con un aumento di 44.194 unità. La parte del leone la fanno i contratti a tempo determinato (114.830 sul totale) con un aumento di oltre 37 mila unità. I contratti a termine, però, sono anche la tipologia contrattuale che pesa di più sul numero delle cessazioni, toccando quota 86.444 (+44,2% rispetto allo stesso periodo del 2016). E negativo è anche il dato delle loro trasformazioni in tipologia contrattuali più stabili. I contratti a termine (come anche quelli di apprendistato) non evolvono in contratti a tempo indeterminato, tanto che le modifiche da contratti precari a contratti stabili continuano a diminuire di anno in anno passando da 11.545 del 2015 a 7.600 unità del 2016 ed arrivando a 6.920: il 59.9% in meno rispetto al 2015.

Nell’analisi generale, le cessazioni contrattuali risultano in costante aumento, passando da 105.264 dei primi otto mesi dell’anno a 135.379 nel periodo gennaio-settembre 2017, con l’unica nota positiva che si arrestano quelle dei contratti a tempo indeterminato che per questi primi nove mesi del 2017 sono pari a 25.536 rispetto allo stesso periodo del 2016 (26.738 unità). Un dato, però, che la Cgil invita a leggere con prudenza, considerando che la stessa indagine dei mesi precedenti (per il periodo gennaio–agosto 2017) le cessazioni dei contratti stabili erano 22.806 unità (2730 unità in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Ma il saldo tra assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato resta comunque negativo, con un – 10.793, dato in crescita di 1032 unità rispetto al periodo dello scorso anno ed aumentando di 1.660 rispetto gennaio-agosto 2017.
A mostrare il segno più solo i contratti di apprendistato che passano da 6.726 unità di agosto 2017 a 7.740 di settembre 2017 confermando l’aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (6.030 unità).
«La situazione nelle Marche continua ad essere tra le peggiori in Italia − osserva Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche − pur essendo la seconda regione dove si attivano più nuovi contratti, dopo il Molise. Ormai si tratta quasi ed esclusivamente di contratti precari. Il Governo, in legge di stabilità, sta preparando un nuovo pacchetto di agevolazioni alle assunzioni, questa volta rivolte principalmente ai giovani. Ancora un altro tentativo di drogare il mercato del lavoro, per poi spendere un effimero ed illusorio risultato in campagna elettorale. Quando poi gli incentivi finiranno, si raccoglieranno ancora i frutti di una politica del lavoro sbagliata».

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