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Spese pazze, prosciolto solo Filippini
L’avvocato: «Ha dimostrato
l’attività di consulente»

ANCONA – E' l'unico ad uscire dall'indagine sui rimborsi e le spese del Consiglio regionale. La Cassazione ha annullato il non luogo a procedere per gli altri 54, che dovranno affrontare una nuova udienza preliminare con il rischio del processo. L'avvocato Laura Versace: “Il suo incarico affidato per il buon andamento del gruppo Idv, è stata fornita prova del fatto che numerosi studi e ricerche sono confluiti negli atti consiliari”

Andrea Filippini

 

Spese pazze del Consiglio regionale, si salva solo l’ex Idv Andrea Filippini. L’ex presidente del Consiglio comunale ai tempi del sindaco Gramillano era stato scelto dal consigliere regionale Paolo Eusebi come consulente del gruppo consiliare regionale dell’Idv. Contestati dai pm una cifra di 29mila euro percepita come compenso dal 2010 al 2012, oggi Filippini è l’unico la cui posizione è definitivamente archiviata. Per gli altri 54 politici, tra consiglieri e collaboratori, che erano stati accusati di peculato e poi archiviati dal gup Zagoreo, la Cassazione ha riaperto la possibilità di rinvio a giudizio: la Corte Suprema infatti ha accolto il ricorso presentato dalla Procura contro il proscioglimento, ora dovranno sostenere una nuova udienza preliminare con il rischio di finire a processo. Non è successo a Filippini, perché secondo l’avvocato difensore Laura Versace, è stata dimostrata la sua attività di consulente. Davanti alla Cassazione dunque, la Procura avrebbe omesso di “analizzare, in modo specifico, distinto e dettagliato, le questioni di diritto o di fatto, e dunque anche di logicità o meno della motivazione, in merito alle contestazioni mosse ai collaboratori/consulenti dei gruppi consiliari, tra i quali Filippini Andrea, nonostante il Gup di Ancona avesse dedicato un intero paragrafo alla loro posizione” commenta l’avvocato Versace. Il legale di Filippini continua ricordando che il Gup Zagoreo aveva evidenziato come Filippini avesse dimostrato l’attività svolta connessa all’attività del gruppo consiliare Idv. “In sede di interrogatorio e in udienza preliminare, infatti, la difesa aveva fornito prova del fatto che numerosi studi e ricerche del Filippini erano confluiti in atti consiliari quali interrogazioni, mozioni, proposte di legge o risoluzioni nonché del fatto che le bozze di numerosi atti consiliari erano state redatte proprio dal Filippini” continua Versace. Nemmeno l’appartenenza politica all’Idv di Filippini e Eusebi è stata riconosciuta come prova di sperpero di soldi pubblici. “Il Gup aveva accolto la tesi difensiva secondo cui neppure la comune appartenenza politica tra il Filippini e consigliere Eusebi, allora Presidente del gruppo Idv, potesse ritenersi quale elemento dimostrativo di un’avvenuta distrazione dei fondi pubblici – conclude Versace -, ma anzi dovesse essere valutata come elemento da valorizzare nella scelta dei soggetti cui conferire incarichi di collaborazione al fine di garantire il buon andamento dell’attività del gruppo e, quindi, della pubblica amministrazione”.

“Spese pazze” della Regione, la Cassazione annulla il proscioglimento per 54 politici

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