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Picchia la madre per i soldi della pensione:
45enne a processo

ANCONA - Maltrattamenti in famiglia ed estorsione i reati che vengono contestati all'uomo. L'anziana era già finita nelle angherie di un altro figlio che, nell'estate 2014, aveva tentato di gettarla dal sesto piano del palazzo dove vivevano

Il tribunale

 

Botte alla madre per costringerla a consegnargli i soldi della pensione: 45enne jesino finisce a processo con la duplice accusa di maltrattamenti in famiglia ed estorsione. Ieri mattina, a decretare il rinvio a giudizio è stato il gup Paola Moscaroli, chiamata a decidere su una vicenda che ha per vittima una donna di 80 anni. L’anziana  nel 2014 era già stata vessata dal figlio primogenito, un 55enne che era stato arrestato mentre cercava di buttare la donna dal sesto piano di un palazzo, al culmine di un litigio. L’uomo, condannato in abbreviato, ha scontato per un periodo la pena in carcere e attualmente è ospitato da una comunità di recupero. Una volta allontanato da casa il 55enne, sarebbe stato l’altro figlio a rendere la vita impossibile alla madre. Per la procura, i maltrattamenti – avvenuti tra il 2015 e il 2016 – sarebbero scaturiti dalle continue richieste di denaro da parte del 45enne, da tempo disoccupato. La donna sarebbe stata costretta ad elargire i soldi sotto minaccia. Altrimenti, da quanto ravvisato dalle indagini, scattavano le botte. Era stata la stessa anziana a rivolgersi alle forze dell’ordine nell’estate del 2016, sporgendo denuncia contro il figlio. Poi, un ripensamento l’aveva fatta tornare sui suoi passi. Ma ormai, il fascicolo era finito in procura e per i reati contestati si procede d’ufficio. In udienza preliminare, l’avvocato Cristian Palpacelli, difensore del 45enne, aveva chiesto una perizia psichiatrica per il suo assistito, per cercare di valutare la pericolosità sociale e se ci fossero gli estremi per una misura di sicurezza. Il giudice ha rigettato la richiesta, rinviando l’uomo a giudizio. Lo jesino è conosciuto dagli operatori del Dipartimento di Salute Menatale ma non sarebbe in cura. L’imputato, su cui non pende alcuna restrizione emessa dal tribunale, respinge tutte le accuse.

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