Con la neve c’è chi pensa agli animali custoditi nel centro di recupero di Genga. Falchi, aquile, verdoni, cardellini, ma anche gatti e galline che senza l’aiuto dei volontari non avrebbero cibo. Siamo a un chilometro circa da Genga, in una strada ormai con circa 40 cm di neve, che i volontari percorrono a piedi e con le temperature sotto zero di questi giorni, per arrivare al centro di recupero per uccelli rari. Qui sono custoditi e alimentati i rapaci e uccelli in via di estinzione, che vengono curati e rimessi in libertà poi, ma anche “numerosi passeriformi come cincie bigie, pettirossi, cinciallegre, cardellini, verdoni, merli, lucherini, picchi muratori e ghiandaie, e anche i nostri gatti, le nostre galline e i nostri cavalli”, spiega Jacopo Angelini, responsabile del Wwf Marche. Nel centro c’era un’acquila reale giovane ferita da un bracconiere che è stata appena liberata, è arrivato oggi un falco pellegrino portato dai Carabinieri forestali di Ancona. Il falco è stato recuperato nella zona Baraccola, dove l’uccello si presentava sul terrazzo di una famiglia. Nella tarda serata di ieri si era posato nel terrazzo dell’abitazione e non aveva le forze di ripartire in volo. Il falco pellegrino è un rapace particolarmente protetto, tutelato dalla normativa nazionale ed europea, la cui popolazione negli ultimi anni ha subito un progressivo incremento, popolando anche le città e le aree più antropizzate. E’ stato portato nella clinica veterinaria S. Anna di Fabriano, diretta dai veterinari Sandro Colombo e Alessandro Traballoni che collabora da anni con il centro del WWF gestito da Angelini. “Non abbiamo alcun contributo pubblico, ci autofinanziamo per fare questo lavoro con passione da anni” – conclude Angelini – “In questi giorni i nostri volontari con -4 o -5 di temperatura sono andati a piedi per nutrire i nostri animali”.
Tra le neve e il gelo il nido dei falchi Federico e Costanza
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