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‘True Justice’, la truffa
del falso carabiniere: in carcere
anche il capo della banda

OSIMO - Dopo l'arresto dei due fratelli napoletani, avvenuto a novembre del 2017, i carabinieri del Norm di Osimo stamattina hanno accompagnato in custodia cautelare a Poggioreale il loro padre, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione ed alla truffa continuata aggravata. Il terzetto familiare è ritenuto autore di 70 colpi commessi su tutto il territorio del centro- nord Italia. Un giro d'affari da 300 mila euro. All’appello manca solo il ‘telefonista’

Telefonavano agli anziani, si spacciavano per carabinieri o avvocati chiedendo soldi per pagare le prime spese di assistenza a un parente delle donne, coinvolti in presunti incidenti stradali. Nella trappola tesa dai carabinieri del Norm di Osimo a marzo del 2017 erano caduti due fratelli napoletani. E.L. di 36 anni e E.C. di 32 che avevano tentato invano di  raggirare due anziane di Loreto, una di Numana ed una di Sirolo. I carabinieri erano riusciti a risalire a loro dopo accurate indagini Da stamattina, è in carcere anche il loro padre, E.A. di 64 anni. I militari coordinati dal maggiore Raffaele Conforti e diretti dal luogotenente Luciano Almiento hanno così chiuso l’operazione ‘True Justice’ mandando in cella il terzetto familiare con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione ed alla truffa continuata aggravata, perché ritenuto autore di 70 colpi commessi su tutto il territorio del centro- nord Italia. All’appello manca solo il quarto uomo, il ‘telefonista’, che formulava domande sui componenti della famiglia e che annunciava l’arrivo di un complice per il ritiro del denaro ma anche di gioielli, nel caso in cui la vittima non avesse in quel momento liquidità e soldi in contanti.

L’INDAGINE INIZIALE – Tutto era iniziato il 28 marzo del 2017 quando nelle prime ore della mattinata i carabinieri di Osimo ricevevano le prime denunce. Due pensionate avevano risposto a una strana telefonata. Dall’altra parte della cornetta la voce suadente di un sedicente maresciallo dei carabinieri comunicava alle nonnine che un loro nipote era rimasto coinvolto in un incidente stradale, e le sollecitava al pagamento di una somma  “per risarcire il danno e farlo tornare a casa senza problemi giudiziari”. Le cifre richieste arrivavano fino a 6 mila euro. I truffatori, con abilità, riuscivano a farsi dire nel corso della telefonata il nome del nipote (“Sì, proprio lui…”) e indirizzo della vittima. Poi i complici del telefonista, in tempi strettissimi arrivavano a casa della vittima, prendevano contanti e gioielli e rapidamente li reinvestivano in acquisti utili all’organizzazione oppure li nascondevano in bonifici o li scambiavano nei compro oro.

Il maggiore Raffaele Conforti ed il luogotenente Luciano Almiento

GLI SVILUPPI – Dopo l’arresto dei due fratelli napoletani, i militari sono arrivati al padre, ritenuto artefice e promotore di tutta la sequela dei delitti contestati nonché fondatore dell’associazione a delinquere contestata. A mettere le manette ai polsi sono stati proprio i Carabinieri osimani in trasferta a Napoli, che accertavano, tra l’altro, gli spazi lussuosi dell’abitazione dove l’uomo viveva. Per arrivare a lui gli investigatori non si sono fermati dopo i primi arresti, intuendo la presenza di complici. Hanno continuato ad acquisire ulteriori elementi da vari angoli d’Italia, analizzando nuove e numerosissime utenze cellulari, celle telefoniche e tragitti autostradali. L’indagine ha dato frutti e stamattina è stato tratto in arresto a Napoli, in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, il capofamiglia che insieme ai figli, secondo i carabinieri, si sarebbe macchiato di 50 truffe ai danni di anziani, consumate con lo stesso modus operandi.

SULLE TRACCE DEL ‘TELEFONISTA’ -Il quadro riassuntivo racconta che sono state, in realtà, almeno 70 le truffe perpetrate in tutta Italia dai due fratelli, da loro padre e da un quarto complice con il ruolo di ‘telefonista’ in corso di identificazione, ma con le ore contate. Sul conto degli stessi inoltre è stata eseguita ed applicata inoltre la misura di prevenzione del divieto di ritorno nei Comuni della provincia di Ancona. Parte della refurtiva recuperata e restituita alle vittime degli ultimi raggiri, ma le verifiche cominciate da marzo 2017 hanno fotografato un fenomeno molto più diffuso ed un arricchimento molto più cospicuo. Il copione era sempre lo stesso – con la variabile dell’’avvocato’ al posto del ‘maresciallo dei carabinieri’ – e la truffa veniva ripetuta sistematicamente a ritmi regolari tanto da mettere in atto un vero e proprio ‘pendolarismo criminale’. Fissata la base in una località tranquilla, la banda batteva a tappeto in un solo giorno tutta l’area in un perimetro di un centinaio di chilometri, riuscendo a portare a casa anche 10 mila euro a telefonata. Per eludere le investigazioni prendevano le auto a noleggio, cambiavano continuamente le sim telefoniche e dopo aver preso i soldi tornavano a casa pronti per ripartire per una nuova ‘trasferta’. Tracce del loro passaggio se ne trovano in tutte le regioni del centro nord a eccezione della Campania e delle Isole. L’ammontare del profitto ammonta ad oltre 300 mila euro tra denaro contante e monili in oro.

Il luogotenente Luciano Almiento

L’IMPORTANZA DI DENUNCIARE SENZA VERGOGNARSI DI AVER SUBITO UNA TRUFFA– L’inizio della fine è arrivato quando sul tavolo del Pm Rosario Lioniello è affluita  una cospicua informativa redatta dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Osimo di circa 70 denunce tutte simili tra loro e concentrate in pochi mesi. Sono partite le indagini, i capi di imputazione nel fascicolo si sono moltiplicati, poi a Loreto son stati bloccati i due “riscossori ”. «Un successo dovuto all’impegno delle pattuglie di Carabinieri dispiegate sul territorio nella repressione e soprattutto nella prevenzione», si rallegra il maggiore Raffaele Conforti. E aggiunge: «Giriamo il territorio per incontrare gli anziani per confortarli ed invitarli a denunciare, denunce che vengono verbalizzate presso le loro abitazioni. Alcuni hanno paura ma devono essere tranquilli perché è grazie al coraggio di chi l’ha fatto che abbiamo compiuto questa brillante operazione».

 

– I CONSIGLI DEI CARABINIERI

Nonostante i numeri legati a questo genere di reati, in Osimo e comuni limitrofi si mantengono ancora a livelli contenuti ed è necessario però non abbassare mai la guardia. Le ultime vicende di cronaca a livello nazionale, riportano come la criminalità si sia rapidamente emancipata e, oltre ai furti, spesso le persone più anziane che si affacciano anche al mondo del web rischiano di farsi abbindolare e cadere nelle trappole di truffatori. Come prevenire e proteggersi allora da queste spiacevoli situazioni? A suggerire un decalogo di buone pratiche sono proprio i Carabinieri del Norm della Compagnia di Osimo, dopo uno studio ed analisi di episodi, che hanno fornito così una serie di consigli utili per la sicurezza domestica. Per prima cosa è importante riconoscere il truffatore che si presenta spesso come sedicente operatore di enti che erogano servizi di pubblica utilità come Inps, Poste, Banche oppure finti tecnici del gas o acqua, che con tesserini falsi e con abili artifizi e raggiri, si presentano nelle abitazioni delle vittime sottraendo loro denaro e gioielli. Si sono verificate anche truffe poste in essere da finti appartenenti alle Forze dell’Ordine e/o finti Avvocati, che sottraggono denaro alle ignare vittime facendo credere che un loro familiare è stato arrestato o ha provocato un pesante incidente stradale per il quale deve risarcire il danno. Quest’ultima tecnica, che si innesca inizialmente con l’arrivo di una telefonata sulla linea fissa da parte di un sedicente Avvocato o Maresciallo e comunque appartenente all’Arma dei Carabinieri, sta prendendo il sopravvento su tutte: è molto fruttuosa in quanto “va sempre a segno” perché in tal caso i truffatori fanno leva sul fattore psicologico e sconvolto in cui versa la vittima, preoccupata per il proprio congiunto.

Il maggiore Raffaele Conforti

I Carabinieri, in tale contesto, precisano che le aziende o gli enti, come anche l’Arma stessa, non sono assolutamente soliti inviare il proprio personale per raccogliere denaro e, nel caso in cui non sia stata pagata regolarmente la bolletta di un’utenza, spediscono una lettera per sollecitare la riscossione. E questo dovrebbe già rappresentare il primo campanello d’allarme per le potenziali vittime. Nel caso, invece, di lavori alla rete idrica, elettrica o telefonica, le società sono solite apporre avvisi nei giorni che precedono l’eventuale disservizio o l’invio di un operatore specializzato per verificare le utenze però su richiesta del cliente. A ogni modo i contatori sono spesso posizionati al di fuori dell’abitazione ed esiste la telelettura, dunque non c’è necessità di far entrare il personale. È utile anche osservare con attenzione mezzi di trasporto, divise e capi d’abbigliamento degli operatori, magari prendendo per scrupolo il numero di targa e il modello del veicolo e comunque chiedendo di esibire il tesserino di riconoscimento e quello d’identità. Se ci sono minimi dubbi, i Carabinieri raccomandano di non esitare a chiamare la società o il 112 o altre Forze di Polizia presenti sul territorio, per una rapida verifica, anche perché, negli ultimi tempi, alcune società che effettuano servizi di vendita e promozioni “porta a porta”, inviano i nominativi degli operatori in servizio.

Inoltre raccomandano di diffidare degli sconosciuti che si presentano all’improvviso per strada o a casa, con modi gentili e garbati, chiedendo informazioni o facendo leva nel pronunciare il nome “vero” di un familiare. Diffidare dagli abbracci. Questi sono artifizi utilizzati da delinquenti per della successiva commissione della truffa o del furto di denaro e gioielli, anche se indossati: viene messa in atto da donne “appariscenti” che nel chiedere informazioni su come raggiungere un luogo quasi sempre un ospedale o cimitero, una volta ottenute abbracciano la vittima sfilando i monili indossati e/o regalando bigiotteria pesante di oro finto. Sempre più ladri si specializzano nei furti nelle abitazioni e per questo è necessario adottare alcuni accorgimenti. Le porte blindate sono un buon deterrente, ma è indispensabile chiuderle con il mandante o queste possono essere aperte con una semplice carta di credito. È utile chiudere gli infissi con chiavistelli, apporre sui balconi degli ostacoli (fiori e piante), dotarsi di un sistema di allarme e collaborare con il vicinato. Anche la presenza in casa di piccoli animali da compagnia può far desistere il ladro che, per paura di insospettire o svegliare il vicinato, potrebbe abbandonare l’idea di violare l’abitazione.

Il comando Comapgnia dei carabinieri di Osimo

Per contenere il rischio di borseggio o di scippo, invece, è buona prassi tenere la borsa chiusa sottobraccio o a tracolla, fare attenzione a non portarla dal lato della strada e non appoggiarla sul carrello o nel cestello della bici e addirittura nell’abitacolo dell’autovettura in “bella vista”. In caso di prelievo o versamento bancario o in un ufficio postale, è sempre bene farsi accompagnare da qualcuno di fiducia e diffidare dalla gentilezza di sconosciuti che si avvicinano per strada. E se ci si sente osservati è fondamentale chiamare repentinamente i Carabinieri o altre Forze dell’Ordine.  Attenzione agli acquisti molto convenienti porta a porta e non firmare mai contratti se le clausole d’acquisto non siano chiare e leggibili.  Infine, per quanto riguarda i furti in auto ricordarsi di non lasciare nulla incustodito sui sedili. Mentre per ridurre la possibilità di clonazione di bancomat e carte di credito è meglio evitare di utilizzare la carta per aprire le porte elettriche e fare attenzione a eventuali dispositivi che possano “copiare” la carta e captare il pin che deve essere tenuto in disparte dal titolo di credito o trascritto in modo “criptato”. I Carabinieri invitano pertanto i cittadini alla più viva e stretta collaborazione con le Forze dell’Ordine ed a non esitare a chiamare il numero di pronto intervento 112 oppure la centrale operativa di Osimo all’utenza 071.7138300 e segnalare in qualsiasi momento del giorno, della sera e della notte, qualunque movimento, cose, auto e/o persone che possa sembrare anomalo, titubante o sospetto.

I DECALOGOPER EVITARE I FURTI

Ecco alcuni consigli, a costo zero, su come difendersi dai furti in abitazione:

1. per brevi periodi di assenza lasciare qualche luce accesa, la radio o il televisore in funzione;

2. chiudere sempre gli infissi, il garage e la porta a chiave e non lasciare le chiavi sotto lo zerbino o in altri luoghi alla portata di tutti;

3. ricordarsi che i messaggi sulla porta dimostrano che in casa non c’è nessuno;

4. se si hanno oggetti di valore in casa è utile suddividerli in più luoghi rendendo difficile il rinvenimento;

5. inoltre è utile fotografare quadri e oggetti preziosi perché in caso di furto saranno più facili da ricercare.

6. anche le armi, se detenute, vanno smontate ed i pezzi divisi e nascosti;

7. sensibilizzare anche i vicini affinché sia reciproca l’attenzione a rumori sospetti sul pianerottolo o nell’appartamento, nonché all’individuazione di sconosciuti aggirarsi nei pressi di più immobili : in caso non esitare a chiamare il 112;

8. se tornando a casa si dovesse trovare la porta aperta o chiusa dall’interno, bisogna evitare di entrare per scongiurare la reazione istintiva del ladro che si vede scoperto e quindi un potenziale scontro letale: anche in tale situazione bisogna evitare soluzioni o iniziative “fai da te” chiamando prontamente il 112;

9. per lunghi periodi di assenza, non far sapere ad estranei i propri programmi di viaggi e vacanze, organizzandosi con parenti e amici nel controllare l’abitazione, evitando che si accumuli posta nella cassetta delle lettere chiedendo a un vicino di ritirarla;

10. non divulgare la data del tuo rientro e non dare informazioni specifiche sulla tua assenza, ne tramite segreteria telefonica; installare, se è possibile, dispositivi automatici di accensione, ovvero prese temporizzate digitali, di luci, radio e televisione, ad intervalli di tempo, programmabili anche settimanalmente ad accensione casuale (costo € 20,00 circa), ben in vista da finestre e balconi, unitamente al posizionamento di semplici cicalini magnetici da posizionare sugli infissi più a rischio, in modo da attivarsi al minimo tentativo di manomissione dell’infisso, dall’esterno, rappresentano un utile sistema economico e pratico. In particolare i cicalini magnetici, proprio per la loro insignificante presenza, hanno con il loro allarme acuto e persistente, scoraggiato i ladri in molte occasioni.

Truffa dei falsi carabinieri: in manette due fratelli. Tra le vittime anziani di Loreto, Numana e Sirolo (Video)

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