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Svuotavano le casse continue degli
autogrill: condannati tre vigilantes

ANCONA - Il gruppetto è stato riconosciuto colpevole di aver derubato tre stazioni di servizio il 4 agosto 2008 per un bottino complessivo che sfiorava i 250 mila euro. Assolto il quarto e ultimo imputato dal giudice Tiziana Fancello

Il tribunale

 

Invece di salvaguardare il trasporto dei contanti nei furgoni blindati, avevano approfittato della loro posizione lavorativa per mettere le mani su un bottino di quasi 250 mila euro rubandoli da tre casse continue: condannati tre vigilantes. A ognuno di loro è stata inflitta una pena di quattro anni. Assolto un quarto imputato, portato anche lui davanti al giudice con l’accusa di furto pluriaggravato in concorso. La sentenza è stata letta questo pomeriggio dal giudice Tiziana Fancello al termine di un processo durato più di cinque anni. Erano stati tre gli autogrill derubati: due all’altezza di Chiaravalle e Numana sull’A14, uno sotto il comune di Civitanova Marche, sulla ss77. I colpi erano stati tutti eseguiti in una sola giornata, quella del 4 agosto 2008. La procura aveva stretto il cerchio attorno al gruppo composto dai quattro vigilantes, ex dipendenti di una società con base in Abruzzo e totalmente estranea alla vicenda, dopo lunghe e complesse indagini. A pagare per quei raid saranno un 34enne, un 48enne e un 53enne, tutti residenti in Abruzzo. Il loro compito era quello di salvaguardare il trasporto di valori negli autogrill della zona marchigiana per inserirli negli sportelli bancomat e tutelare il prelevamento degli incassi realizzati dalla società autostradale. Ognuno degli imputati, stando alle accuse, aveva avuto un ruolo determinante per la riuscita dei tre colpi. Se una guardia giurata aveva avuto il compito di cambiare i turni di servizio dei dipendenti al lavoro il 4 agosto 2008, un’altra aveva accesso alle combinazioni delle casse continue. Altri due imputati, invece, avrebbero provveduto a disattivare il gps sul furgone blindato adibito al trasporto dei contanti. In totale, erano stati arraffati 250 mila euro con una serialità che aveva fatto capitolare una dopo l’altra ben tre stazioni di servizio.

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