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Tragedia in discoteca, i sopravvissuti:
«In un attimo il caos, abbiamo
pensato di non farcela»

ANCONA - Sono le voci di chi questa notte ha vissuto un incubo all'interno della Lanterna Azzurra, dal momento in cui naso e gola hanno iniziato a bruciare, fino alla fuga verso la porta d'uscita e la scoperta di sei vittime, rimaste intrappolate tra cumuli di persone - VIDEO/AUDIO

La discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo

La sala d’aspetto del pronto soccorso di Torrette

di Federica Serfilippi

La gola che brucia, il naso dolorante, il fuggi fuggi generale, la corsa verso la porta d’uscita, persone che cadono una sopra l’altra, le grida d’aiuto, la paura di non farcela. E poi, il buio della notte e la consapevolezza di essere usciti vivi da quella che per alcuni è stata una trappola mortale.  «Siamo vivi per miracolo» è il sospiro di sollievo dei ragazzi che sono riusciti a sgattaiolare via dal locale quasi incolumi. Hanno riportato soprattutto lesioni agli arti inferiori, raggiungendo l’ospedale di Torrette con i mezzi propri. «Ero con la mia ragazza – racconta il 21enne Nicola Serrani di Montemarciano – e all’improvviso abbiamo capito che c’era qualcosa di strano nell’aria, perchè non riuscivamo a respirare bene. Poi, abbiamo visto che tutti si affrettavano verso l’uscita, pensavamo ci fosse una rissa. Ci siamo diretti anche noi verso le porte, ce ne era aperta una sola, da cui si accede attraverso una scala. Ci siamo ritrovati schiacciati, era impossibile muoversi. Le persone cadevano una sopra l’altra, dicevano “tiratemi fuori, aiuto”. Altre sono svenute. Noi siamo vivi per miracolo, siamo solo stati fortunati ad uscire prima degli altri».

Nicola ha riportato solo qualche graffio, la sua fidanzata si è invece infortunata alle gambe. Al concerto di Sfera Ebbasta c’era anche una coppietta di Falconara, 16 anni entrambi. E’ stata lei ad avere la peggio, riportando delle lesioni a un ginocchio. Erano sul soppalco del locale quando hanno iniziato a respirare male: «Ho visto metà della gente correre verso l’uscita – dice il ragazzo – e ho sentito delle urla assieme a uno stano odore. Mi brucivano gli occhi e il naso. Mi sono messo la maglia sulla bocca e ho preso la mia fidanzata per arrivare verso l’uscita. Le persone si sono ammassate ai lati delle scale, la mia ragazza è caduta e vicino a lei c’era una persona priva di senso, forse morta. I buttafuori ci dicevano di rientrare dentro. Ho pensato di non farcela quando ho visto che ero uno dei pochi rimasti in piedi. Abbiamo capito cosa era successo solamente quando abbiamo visto i teli bianchi stesi a terra». C’è poi la storia di un 14enne di Montemarciano. Il ragazzo è riuscito è salvarsi grazie a degli sconosciuti che lo hanno soccorso e trasportato di fuori. Il minore, infatti, non riusciva a camminare a causa dei traumi alle caviglie, rimaste schiacciate sotto il peso di altre persone. «Con i miei amici ero abbastanza vicino al palco, ma quando abbiamo iniziato a tossire per l’aria irrespirabile abbiamo deciso di uscire. Tutti spingevano e siamo caduti uno sopra l’altro. C’è stato un effetto domino per cui siamo rimasti bloccati dal busto in giù, non riuscivamo più a muoverci. Ho perso di vista i miei amici e sono rimasto bloccato con le gambe. Mi sono tolto le scarpe e dei ragazzi mi hanno aiutato a liberami. E’ stato uno sconosciuto a portarmi in braccio verso l’uscita. Ho visto persone svenute, ferite. Alcune dicevano “non respiro più”, “non esco vivo”. Io alla fine ho perso le scarpe e il giubbotto, ma se sono vivo è anche grazie alle persone che mi hanno soccorso».

(foto Giusy Marinelli)

 

 

 

 

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