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Matteo Renzi show ad Ancona,
applausi e selfie alla Mole
per l’ex premier

POLITICA – Arriva con un'ora di ritardo all'Auditorium per la presentazione del suo libro «L'altra strada», ma viene comunque accolto da una standing ovation della gremitissima sala. «Chiedo un applauso per il vostro sindaco Valeria Mancinelli, che ha fatto un ottimo lavoro e continua a farlo». Spara a zero sul governo giallo-verde e non lesina stoccate agli scissionisti del Pd, rivendicando con orgoglio il proprio operato

Matteo Renzi alla presentazione del suo libro L’altra strada, all’Auditorium della Mole

 

 

Il «Matteo Renzi show» approda ad Ancona. Dopo la tappa civitanovese, tocca al capoluogo di regione fare da sfondo (stasera, 9 marzo) alla presentazione del suo libro «L’altra strada», nella cornice di un gremitissimo Auditorium della Mole Vanvitelliana. Arriva con circa un’ora di ritardo sulla tabella di marcia, scortato dai suoi «body guard» politici Emanuele Lodolini e Piergiorgio Carrescia (ex Deputati che sedevano sugli scranni parlamentari durante il suo mandato e da sempre tra i suoi più strenui sostenitori) e ad accoglierlo c’è la standing ovation di una platea adorante. Seduta in prima fila, la prima cittadina Valeria Mancinelli, per la quale, appena salito sul palco, l’ex premier chiede un applauso, che arriva subito e scrosciante: «Un sindaco che ha fatto un ottimo lavoro e continua a farlo», sottolinea. Benché «l’altra strada» sembra essere quella scelta dal Partito Democratico con il plebiscitario voto a Nicola Zingaretti come nuovo Segretario, ci sono molti nomi Dem di peso ad ascoltare la vivace oratoria di Renzi, a partire dagli europarlamentari Simona Bonafè e Nicola Danti, passando per il capogruppo regionale del partito, Fabio Urbinati, ed il sindaco di Recanati Fiordomo. Nelle retrovie, anche l’ex deputato Paolo Petrini.                                                                                         

Una volta renziani, insomma, lo si resta per sempre, ma la sindaca Mancinelli commenta: «Non mi piacciono le etichette, ma non ho paura delle idee». E le idee che ha portato avanti durante il suo mandato da premier, Renzi le difende con orgoglio, «anche sulla questione immigrazione, sulla quale abbiamo perso voti, ma almeno non ho perso la faccia di fronte ai miei figli». Scende con un salto dal palco e parla tra il pubblico, sparando a zero sul governo giallo-verde, definendo «incapaci» i 5 stelle e «da TSO» il vicepremier Luigi Di Maio, mentre paragona Matteo Salvini ad una «Chiara Ferragni mancata: è un influencer che gioca sulla nostalgia e presenta il futuro come una minaccia». Tra risate ed applausi, invita la platea a portare avanti una «battaglia culturale contro questo governo che ci sta riportando indietro». Ma le stoccate arrivano belle pesanti anche a quello che un tempo era il suo schieramento, e a Pier Luigi Bersani saranno fischiate le orecchie: «stavano sparando sul Matteo sbagliato e hanno fatto vincere la destra – dice rivolgendosi agli scissionisti del Pd -. Zingaretti ha il diritto ed il dovere di guidare il partito senza il fuoco amico che ho conosciuto io». Rumors raccontano però una storia diversa, con un Renzi ancora ben lontano dal fare un passo indietro, che valuterebbe invece l’idea di staccarsi per fondare un nuovo partito: «le scissioni le subisco, non le faccio», glissa.
Dopo l’ennesima battuta sul Matteo dell’opposta fazione («ha un problema con le divise: è perché non ha più nessuno a casa che gli stira le camicie») e la rivendicazione del no perentorio all’ipotesi di un accordo di governo col Movimento 5 stelle («è grazie a questo che il Pd c’è ancora») arriva alle conclusioni, dedicate alla vicenda giudiziaria che ha visto coinvolti i suoi genitori. Poi i saluti, gli autografi ed i selfie di rito con il nutrito pubblico che è rimasto fino alla fine ed ha fatto con pazienza la fila per pochi secondi con l’ex premier. Insomma, l’era renziana sarà anche stata superata dal voto a Zingaretti, ma Renzi è vivo e vegeto e riesce ancora ad intercettare molto consenso all’interno del partito.

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