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Mostra con le opere salvate dal sisma
«Si faccia a Camerino non a Senigallia»

LA PROPOSTA dell'architetto Luca Maria Cristini, condivisa anche dall'avvocato camerte Corrado Zucconi

Luca Maria Cristini

 

La mostra d’arte, annunciata da Anci e Pio Sodalizio dei Piceni con 51 opere salvate dal terremoto, si faccia a Camerino e non a Senigallia e Roma. La proposta viene dall’architetto Luca Maria Cristini, ex direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Camerino, che nei mesi successivi al sisma, insieme alla task force formata da dipendenti del ministero dei Beni culturali, carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, vigili del fuoco, volontari di diverse associazioni, ha partecipato a tanti recuperi di opere d’arte in chiese ed edifici gravemente danneggiati dal terremoto. Alla sua proposta, si aggiunge l’idea dell’avvocato camerte Corrado Zucconi, di utilizzare le grotte medievali del palazzo arcivescovile in piazza Cavour, perfettamente agibili. «Ma perché proprio a Senigallia, così distante dal cratere e già così intensamente frequentata dai turisti e a Roma, si faccia a Camerino – spiega Cristini –  Si realizzi nelle vicinanze del Rotary Palace, che per anni ha egregiamente contenuto la biblioteca Valentiniana e continua ancora a farlo avendola preservata dai danni di questo sisma, un prefabbricato». Cristini indica una strada da percorrere per realizzare il prefabbricato per la mostra: «Ci vogliono poche settimane per costruirlo, siamo ancora in regime di emergenza, quindi con procedure semplificate e sono certo che un finanziatore si troverebbe per una spesa tutto sommato non così impegnativa, all’interno del quale allestire questa grande mostra di beneficenza. Ciò – continua Cristini – contribuirebbe a portare attenzione su questa grande città ferita e a dare un po’ d’ossigeno alle tante attività che sono sopravvissute e che faticano a tirare avanti. Visto che per molti anni, poi, non si potrà più accedere al centro storico, a mostra terminata, nell’immobile provvisorio si riallestisca almeno una parte del museo civico, le cui opere non hanno avuto danni e che potrebbero di nuovo essere offerte al godimento dei turisti e allo studio degli storici». La mostra a Camerino viene vista dall’architetto settempedano come un «vero intervento solidale, non quella carità pelosa che viene spacciata come attività benefica, ma che in realtà serve agli interessi di pochi, organizzatori, sponsor, istituzioni, enti locali patrocinatori: pensateci». Si è mostrato subito d’accordo con la proposta l’avvocato Corrado Zucconi, appassionato di storia e cultura locale, più volte amministratore comunale ed ex assessore provinciale alla cultura: «Sono d’accordo con la proposta di Cristini, ma dirò di più – sottolinea l’avvocato – Prima di tutto la mostra si potrebbe fare nello stesso Rotary Palace, che ha avuto danni modestissimi che si potrebbero riparare, volendo, in un tempo sicuramente più breve di quello necessario per costruire un prefabbricato nuovo. Ma ora che è stata riaperta piazza del Duomo si potrebbero utilizzare i grottoni del palazzo arcivescovile, i quali sono agibili, tanto che vi sono custodite le opere d’arte dei due musei cittadini, e sono attrezzati tanto che in passato sono stati usati per mostre riuscitissime. Per di più quei locali godono anche di una via d’uscita sulle mura cittadine».

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