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A dieci anni dal terremoto,
la Croce Gialla di Ancona torna a L’Aquila

ERA STATA una delle prime associazioni a partire e ad arrivare sul posto per soccorrere i feriti. Oggi, l'arrivo in Abruzzo per ricordare quei tragici momenti e le 309 persone che persero la vita

Gli operatori della Croce Gialla a L’Aquila

 

Sono le 3,32 del 6 aprile del 2009 quando il terremoto devasta L’Aquila e una serie di comuni limitrofi causando la morte di 309 persone a cui si devono aggiungere oltre 1500 feriti. Dopo qualche ora la macchina dei soccorsi si mise in movimento ma solo con le prime luci dell’alba ci si rese conto di quanto era accaduto nel cuore della notte. Tra le prime associazioni ad arrivare sul posto la Croce Gialla di Ancona. A distanza di 10 anni dal sisma, questa mattina una delegazione di volontari della Croce Gialla è tornata a L’Aquila per ricordare quei tragici momenti.  Tra le prime tappe, l’ospedale San Salvatore. Il ricordo di Sauro Giovagnoli, uno dei responsabili della colonna mobile che raggiunse il polo ospedaliero attorno alle 12: «Molti pazienti dializzati si trovavano sotto le tende altri invece erano ancora nei reparti in attesa di essere trasportati all’esterno. Assieme ai medici e agli infermieri del gruppo Ares ci siamo attivati per mettere in sicurezza gli ammalati senza dimenticare tutte le attrezzature presenti nei reparti. Nel frattempo un altro gruppo di militi della Croce Gialla assieme ad alcuni volontari si erano attivati per montare le tende sia nel piazzale antistante l’ospedale che al campo di rugby».

Volontari quella della Croce Gialla che rimasero a L’Aquila dal 6 Aprile fino ai primi giorni di dicembre del 2009 svolgendo numerosi compiti. «Oltre all’assistenza  sanitaria -ricorda Giovanogli – ci siamo occupati di logistica, trasporti in genere e gestione assieme ad altri volontari dell’Anpas della cucina da campo. Ogni settimana c’era il cambio turno, una rotazione di circa 15 persone. Come Croce Gialla nella zona dell’Aquila abbiamo sempre avuto 3 mezzi, il Land Rover Defender, una autoambulanza ed un pulmino mezzi rientrati ad Ancona nei primi giorni di dicembre». Tante le persone che questa mattina sia al San Salvatore che al campo di rugby così come nel centro storico dell’Aquila hanno voluto abbracciare in un clima di grande commozione i volontari della Croce Gialla. Legami di sangue nati nel segno della rinascita di una città che non si è mai voluta arrendere nonostante le tante difficoltà che ha dovuto affrontare dopo il terremoto. L’ultimo pensiero di Sauro Giovagnoli è rivolto a Marco Esposito medico dell’Ares venuto a mancare nel luglio del 2011 dopo un drammatico incidente stradale: «In quei giorni del sisma Marco era qui insieme a noi ad organizzare la macchina dei soccorsi. In questi momenti si sente la sua mancanza, Marco era uno di noi. Qui a L’Aquila lo abbiamo ricordato per il grande esempio che ci ha lasciato, per il suo modo i fare e per la passione che metteva nell’affrontare anche le situazioni più critiche».

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