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Fondi europei per il sisma,
l’Istituto di scienze marine si difende:
«Contribuiamo anche noi alla rinascita»

POLEMICA - Gian Marco Luna e Andrea Belardinelli del Cnr Irbim di Ancona rispondono alle deputate del Movimento 5 stelle che avevano criticato il finanziamento di 350mila euro con i soldi per il cratere: «Abbiamo all'attivo la condivisione di progettualità nazionali ed europee finalizzate ad individuare sinergie di sviluppo dell’acquacoltura e possibili ricadute concrete sul territorio regionale»

La sede del Cnr Irbim ad Ancona

 

L’Istituto di scienze marine di Ancona ha ricevuto 350mila euro di finanziamento dalla Regione con i fondi europei per il sisma. Una scelta, l’ennesima, che ha scatenato polemiche per l’uso che palazzo Raffaello sta facendo delle risorse destinate al cratere. Ma l’ente non ci sta a replica alle deputate del Movimento 5 stelle, Patrizia Terzoni e Martina Parisse, che hanno fatto luce sulla vicenda: «E’ evidente, e dimostrabile, che i progetti finanziabili nell’ambito del bando in oggetto hanno l’obiettivo di sostenere e promuovere la ripresa socio-economica delle aree colpite dal sisma, all’interno di ben definite schede di attuazione, e, al contempo, di un progetto solido e di ampio respiro che, conferendo forza e sostanza all’intero sistema regionale, offra un serio fondamento scientifico per il potenziamento e lo sviluppo di azioni concrete per la rinascita e la ricostruzione del tessuto socio economico delle aree terremotate».

La replica arriva da Gian Marco Luna e Andrea Belardinelli, rispettivamente direttore e responsabile della sede del Cnr Irbim di Ancona. «In linea generale – dicono -, si ricorda che l’Irbim Cnr (Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine) ha sede ad Ancona ma ha dimensione e carattere regionale, con lo specifico compito istituzionale di svolgere attività di ricerca scientifica intensa e capillare, di formazione ed interazione quotidiana con Università, Comuni, Enti pubblici e privati dell’intera regione. Rispetto all’affermazione che “appare incredibile che nel bando in oggetto non vi siano fondi destinati all’efficientamento di edifici lesionati dal sisma nei Comuni del cratere”, si fa notare, in primo luogo, che tutte le attività condotte hanno chiare ricadute, dirette ed indirette anche sulle aree interne e su quelle del cratere sismico, in termini di impatto socio-economico, di crescita scientifica e culturale, e di sostegno a settori, sia tradizionali che emergenti, dell’economia del territorio. Si ricorda inoltre che il Cnr Irbim è presente nelle Marche da oltre 50 anni, dando lavoro, tra l’altro, a oltre 80 addetti provenienti da tutte le province marchigiane. Questo personale ha intrattenuto o intrattiene interazioni e progettualità, per fare alcuni esempi, con le università di Camerino, di Urbino e con l’università Politecnica delle Marche, con la Regione, con la Protezione civile, con Arpam, con Assam e con diverse associazioni di categoria. Per entrare nello specifico dei temi legati al sisma si evidenzia, ancora a titolo di esempio, che Cnr insieme con Unicam è partner per il Master sulle Risorse marine costiere, ha all’attivo la condivisione di progettualità nazionali ed europee finalizzate ad individuare sinergie di sviluppo dell’acquacoltura e possibili ricadute concrete sul territorio regionale. Un esempio concreto è il progetto Cisp flag, a coordinamento Cnr Irbim, che coinvolge una decina di attori del territorio marchigiano, tra Consiglio nazionale delle Ricerche. Irbim e Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine cui Unicam ed Univpm, con l’obiettivo di sostenere la crescita e lo sviluppo di operatori regionali della pesca e dell’acquacoltura per favorire l’innovazione del settore ittico e promuovere le opportunità della blue economy. Con lo stesso ateneo camerte e con gli altri atenei della regione, si svolgono inoltre da anni attività di tutoraggio di studenti per tesi di laurea e di dottorati di ricerca, con scambio continuo e reciproco di esperienze e di know how e formazione di giovani ricercatori, che diventano anch’essi una ricchezza per il territorio in termini di conoscenze e competenze scientifiche, e dunque di opportunità concrete di crescita e di sviluppo. Una serie di attività, quelle appena descritte, che si inseriscono in modo strutturale all’interno di un più ampio progetto in attuazione, condotto insieme agli atenei marchigiani di Ancona e di Urbino ed il laboratorio di Biologia marina di Fano, finalizzato a costituire il Fano Marine Center, un centro di eccellenza scientifica marina di valenza nazionale e internazionale e, quindi, anche in questo caso, con sicure ed effettive ricadute positive sul territorio marchigiano. Per tutte queste ragioni – concludono -, riteniamo che il Cnr sia una ricchezza per le Marche in termini di conoscenze, competenze e, in questo particolare momento, di effettive possibilità per la ripresa e lo sviluppo. Riteniamo pertanto non rispondente al vero, oltre che ingeneroso, anche nei confronti dei cittadini marchigiani, non riconoscere la portata e l’importanza di queste attività, che conduciamo quotidianamente con impegno e anche con orgoglio per la crescita e nell’interesse del nostro territorio».

«Fondi per il sisma all’Istituto di Scienze marine: Ceriscioli continua a spendere fuori cratere»

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