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Categorie economiche,
presentato documento unitario
ai ‘sindaci’ della Vallesina

ANCONA - «Le imprese generano valore per il territorio e la sua comunità. Per questo chiediamo con forza a tutti i candidati di mettere al centro della propria azione le imprese, spina dorsale dell'economia locale», questo il pilastro su cui basano le richieste di Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confindustria

«Le imprese generano valore per il territorio e la sua comunità. Per questo chiediamo con forza a tutti i candidati a Sindaco di mettere al centro della propria azione le imprese, spina dorsale dell’economia locale», questo il pilastro su cui basano le richieste delle associazioni di categoria Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confindustria a tutti i candidati alla carica di primo cittadino nella Vallesina. In un unico documento le categorie riassumono le richieste del mondo produttivo, in particolare sui temi dello sviluppo economico, dell’attrattività del territorio, dell’occupazione, della tassazione e delle infrastrutture e chiedono «un’amministrazione credibile, capace di rispettare gli impegni assunti, in grado di anticipare i bisogni dei cittadini e delle imprese e di ridurre la percezione che le organizzazioni pubbliche siano distanti dai problemi della gente».

Particolare attenzione al tema delle infrastrutture soft (in particolare la banda larga) e hard (strade): «La banda larga – si legge nel documento – rappresenta oggi un’infrastruttura di importanza fondamentale per lo sviluppo economico, culturale e politico dell’intero territorio. La realizzazione di una rete in fibra ottica significa colmare il gap infrastrutturale del territorio ed accompagnare l’innovazione di servizi fondamentali, come quelli connessi alla mobilità, all’istruzione, all’assistenza, agendo direttamente sull’aumento della competitività delle imprese» Ma non ha senso parlare di banda larga e di innovazione se non si interviene con progetti organici sulla viabilità esistente che deve garantire collegamenti snelli e veloci e non, come succede oggi, causare rallentamenti o interruzioni di circolazione. Ai futuri Sindaci le categorie chiedono di «farsi parte attiva nei confronti della Regione Marche affinché vengano realizzati quei lavori di manutenzione necessari affinché il territorio intero ne tragga i giusti vantaggi di competitività».

Il documento pone l’accento anche sull’attrattività del territorio. «E’ indispensabile – spiegano le categorie – che i Sindaci programmino azioni chiare ed immediate per attrarre imprese, investitori, persone portatori di valori aggiunto e che ne favoriscano il radicamento. Le imprese vogliono al loro interno persone motivate che le aiutino a diventare innovative e le persone vogliono il territorio ospitale con servizi e qualità della vita adeguata». Un aspetto su cui le Amministrazioni potrebbero intervenire riguarda ad esempio la riduzione del peso degli oneri di urbanizzazione. «Chiediamo particolari riduzioni per le attività produttive e terziarie di tipo innovativo e sull’insediamento di attività commerciali negli ambiti storici; relativamente agli interventi di riqualificazione di immobili nei centri storici, vanno altresì individuate specifiche agevolazioni a beneficio dei privati interessati».

Tasto dolente quello dei tributi locali, che oggi rappresentano un elemento di forte competitività tra i sistemi territoriali: occorre quindi che le Amministrazioni sappiano intervenire concretamente, recuperando la massima efficienza possibile per limitare il peso degli stessi. Sarebbe dunque auspicabile che tutti i comuni si incontrino e unifichino le procedure burocratiche necessarie per richiedere la riduzione. «Più alta è la tassazione e meno competitivo è il territorio nei confronti di altri – si afferma nel documento – ecco perché non è solo necessario ridurre la tariffa al metro quadrato ma, soprattutto, è necessaria una reale detassazione delle superfici produttive di rifiuti speciali e dei magazzini evitando così che le imprese paghino due volte: sia la tassa che lo smaltimento attraverso gestori privati». Accanto a Comuni virtuosi che hanno ridotto sensibilmente il peso di TARI/IMU/TASI (il migliore nel settore produttivo Poggio San Marcello ha registrato il calo più importante pari al 73% della tari nello scorso anno) persistono ancora situazioni in cui è necessario intervenire e come ad esempio Maiolati Spontini e San Paolo di Jesi che hanno registrato rispettivamente aumenti del 7% nel 2019 e del 9% dal 2017.

Non si poteva tralasciare il tema del turismo: per essere di attrazione turistica un Comune deve concentrarsi sulla diversificazione dei prodotti e servizi da offrire e che ha bisogno dell’azione di numerosi soggetti economici, pubblici e privati che lavorino ad una pianificazione condivisa delle azioni per permettere al turismo di svilupparsi ed essere competitivo, grazie ad innovazioni continue. Le piccole imprese sono da sempre il fulcro dello sviluppo culturale e svolgono un ruolo importante nella conservazione del patrimonio, dei valori e delle competenze, oltre che nella guida verso cambiamenti sostenibili. «La grande sfida dei Sindaci – è questa la richiesta – è di collaborare con il mondo economico nella definizione di un programma strategico di marketing in grado di generare risultati effettivi, di creare prodotti innovativi ed un sistema di accoglienza avanzato. I territori comunali vanno pensati come punti di un percorso itinerante accomunati da azioni commerciali e di marketing uniche. Valorizzare le eccellenze artigiane, enogastronomiche, le ricchezze culturali, artistiche e storiche, promuovendo la proposta paesaggistica, sviluppando l’offerta turistica in chiave integrata e multisettoriale».

E non ultimo, una particolare cura andrebbe rivolta all’arredo urbano, elemento fondamentale per i clienti e i turisti che percorrono le nostre città o borghi. Alla base di tutto rimane sempre e comunque il rapporto con la pubblica amministrazione e lo snellimento delle procedure burocratiche: per rilanciare l’economia e promuovere l’attrattività del territorio sono necessarie politiche di sostegno alle imprese, semplificazione delle procedure amministrative relative alle attività economiche e consolidamento del dialogo con il tessuto imprenditoriale locale. Particolare attenzione va data alla lotta all’abusivismo ed al lavoro nero o irregolare, alla contraffazione che sono fondamentali per una sana competitività. «L’impresa ha bisogno dell’Amministrazione Pubblica – affermano le categorie – ma la relazione tra i due soggetti non deve essere esclusivamente burocratica. Oltre a regolare le imprese produttive, l’Amministrazione deve porsi come cliente delle imprese stesse e promuoverne lo sviluppo; non deve essere “un freno ma un insostituibile volano” per la crescita del sistema produttivo».

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