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Incidente mortale al porto, i sindacati:
«Tragedia annunciata,
pretendiamo sicurezza»

ANCONA – Le sigle Cgil, Cisl e Uil hanno indetto uno sciopero di un'ora domattina (11 giugno) con sit-in davanti alla sede dell'Autorità portuale. La somma che sarà raccolta verrà devoluta alla famiglia della vittima. Ascani (Fit Cisl): «ormai la sicurezza è diventata un'emergenza». Capone (Ugl): «basta morire di lavoro»

La cima spezzata

 

Le sigle sindacali si mobilitano compatte per il tragico incidente al porto nel quale stamattina (10 giugno) ha perso la vita un giovane di 33 anni. Le confederazioni di Cgil, Cisl e Uil, insieme a Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, si fermeranno domani, per un’ora di sciopero dalle 11 alle 12, con sit- in davanti alla sede dell’Autorità portuale. La somma che sarà raccolta da questo sciopero verrà devoluta alla famiglia della vittima.
«Da tempo il sindacato denuncia il problema delle interferenze sulle banchine – scrivono le sigle in una nota –, che sono causa costante di incidenti sul lavoro anche mortali. L’ultimo, in ordine di tempo, era stato quello accaduto sulla piattaforma, al largo del mare Adriatico. Abbiamo chiesto un coordinamento sulla sicurezza per il porto tra le aziende operanti all’interno dello scalo per discutere proprio di questo problema ma, ancora una volta, sono rimasti inascoltati. Ora, però, i sindacati dicono basta alle tragedie annunciate e alle morti bianche che lasciano nella disperazione le famiglie. Domani, i sindacati di categoria hanno un incontro già programmato con l’Autorità portuale e nell’occasione chiederanno di cambiare l’ordine del giorno, parlando di sicurezza, e la convocazione del Prefetto». Per il segretario generale Fit Cisl, Roberto Ascani, «ormai la sicurezza è diventata un’emergenza, non possiamo fermare queste stragi solo con le parole, ci vogliono fatti concreti a partire dai controlli e dalla cultura della sicurezza che non può essere considerata un costo ma un’opportunità di dignità per le persone che operano negli ambienti di lavoro. Dobbiamo esercitare una maggiore pressione sulla società civile, sulle Istituzioni e sugli Enti preposti affinché si mettano in campo tutti gli accorgimenti possibili per scongiurare queste tragedie. Non possiamo aggiungere vittime ad altre vittime; dobbiamo dire basta a questo stato di cose. Le più sincere condoglianze ai familiari del lavoratore deceduto e auspica che la magistratura faccia in fretta ad individuare le responsabilità e fare il suo corso».
Cordoglio espresso anche dall‘Ugl: «un’ennesima tragedia che si doveva evitare – dichiara Paolo Capone, segretario generale del sindacato –. Occorre puntare su una maggiore cultura della sicurezza nei posti di lavoro e più formazione per i dipendenti. Con il tour Lavorare per vivere, l’Ugl vuole porre l’attenzione dell’opinione pubblica sul triste fenomeno delle morti bianche. Basta morire di lavoro».

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