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Una folla per l’ultimo saluto a Luca:
«Come si può morire così giovani
mentre si sta lavorando?»

ANCONA - Lacrime e dolore alla chiesa delle Grazie per ricordare il 33enne morto lunedì mattina alla banchina 23 del porto. La messa è stata celebrata dall'arcivescovo Spina. Sul feretro di legno chiaro, la maglietta di Cristiano Ronaldo, idolo del giovane papà

Il feretro di Luca con accanto Monsignor Spina

di Federica Serfilippi (foto di Giusy Marinelli)

L’abbraccio del porto e di una comunità intera per ricordare Luca Rizzeri. Mentre questa mattina il feretro del giovane papà entrava nella chiesa delle Grazie, allo scalo dorico risuonavano le sirene in segno di cordoglio e rispetto per uno dei suoi figli caduti.  In tanti hanno voluto partecipare alla cerimonia per ricordare Luca, soprattutto rappresentanti di quel mondo che il 33enne morto lunedì mattina aveva sposato, diventando agente marittimo per la Archibugi. Stava facendo il suo lavoro quando all’alba di lunedì è stato colpito dalla cima di una nave che stava attraccando alla banchina 23, morendo sul colpo. «Alla notizia della morte di Luca – ha detto l’arcivescovo Spina – è sceso il buio sul porto e sui nostri cuori. Siamo rimasti attoniti e smarriti da questo momento di morte e lutto».

Luca Rizzeri

Si è chiesto poi: «Come si può morire così giovani mentre si sta lavorando? Un papa va al lavoro per portare da mangiare alla sua famiglia e non torna. È una cosa che spezza il cuore». Durante la cerimonia sono state raccolte delle offerte da donare alla moglie e ai figli piccoli della coppia. Un fondo è già stato fatto partire dall’associazione Stella Maris. Sulla bara, adagiata ai piedi delle scale della chiesa, era appoggiata la maglietta della Juventus di Cristiano Ronaldo, il bomber che Luca idolatrava.

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