Tra i tanti danni provocati dalla tromba d’aria che si è abbattuta sulla costa adriatica martedì pomeriggio (9 luglio) emerge il dramma della spiaggia di Numana dove cinque stabilimenti e mezzo sono stati devastati dalla furia del fenomeno. Esattamente cinque e mezzo, dal momento che – e la cosa è veramente incredibile – il tifone ha diviso a metà lo stabilimento Bellariva: una parte è stata devastata mentre una parte è rimasta pressoché intatta, a dimostrare quanto sia stata chirurgica l’azione dell’uragano. Danni e distruzione registrati anche negli stabilimenti da Marino al Cavalluccio. Una prima ricognizione è stata fatta direttamente dal Direttore Confcommercio Marche Massimiliano Polacco che nella prima mattinata di oggi è andato a Numana per verificare di persona l’entità del disastro, incontrando gli operatori.
«Ho trovato una situazione incredibile – le parole di Polacco –, ed ho condiviso con gli operatori di Numana la drammaticità del momento. Mi ha impressionato molto la loro forza di volontà: sono stati colpiti molto duramente ma che non si arrendono ed anzi vogliono ripartire subito e rimettere in piedi le loro attività. Mi sto muovendo con tutti gli strumenti possibili per cercare di rispondere prontamente a quanto successo e, anche come delegato al Turismo della Camera di Commercio delle Marche, sono in costante contatto telefonico con il presidente Gino Sabatini con il quale stiamo cercando soluzioni per reperire dei fondi utili a far ripartire le attività danneggiate dal tifone». Confcommercio Marche ha anche effettuato una serie di ricognizioni ad Ancona, a Senigallia, a Portonovo, a Falconara, a Porto Recanati, a Civitanova, a Porto San Giorgio e a Porto Sant’Elpidio che fortunatamente non hanno rilevato danni seri come quelli di Numana. Tutto quanto registrato nel corso delle ricognizioni di Confcommercio sarà riportato nell’incontro che Polacco avrà oggi in Regione con l’assessore regionale Moreno Pieroni: «faremo il punto della situazione e chiederemo che siano trovate soluzioni da attuare il prima possibile per rispondere all’emergenza».
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