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La voce Arisa incanta “RisorgiMarche”
e abbraccia il pubblico di Arquata
«In bocca al lupo Marche» (Le foto)

IL FESTIVAL è tornato nel cuore del terremoto con l’applaudito concerto della cantante di “Sincerità”, che canta tra la gente. Sui prati di Spelonga quasi 3.000 persone: «Mamma mia che belli che siete»

Arisa ad Arquata circondata dall’affetto della gente

di Luca Capponi

(foto di Andrea Vagnoni)

«Mamma mia che belli che siete». E come darle torto. Scenario impagabile, platea trasversale, clima ideale, buon cibo: per il ritorno di RisorgiMarche ad Arquata c’è tutto. Ed Arisa lo sa. Così, prima di suonare va in mezzo al pubblico arrivato sui prati di “Serafino” per assistere al suo concerto. E con dolcezza e sensibilità si concede alla folla (le stime parlano di quasi 3.000 persone), soprattutto ai molti bambini presenti, per un saluto o una foto, per un sorriso. Con estrema disponibilità e pazienza, accontentando tutti. Un prologo felice e premio simpatia che le spetta di diritto.

Il concerto viaggia sulla stessa onda. Interazione e musica, buona, perché la cristallina voce di Arisa non si discute. “Sincerità”, “Controvento”, “La notte” e l’ultima “Una nuova Rosalba in città” alcuni dei brani che accompagnano la sua esibizione chiusa con la cover di Leonard Cohen “Hallelujah” e con la Sanremo 2019 “Mi sento bene”. Con canzoni eseguite tra la gente e siparietti divertenti, come quando dedica alcuni versi di “Volami nel cuore” di Mina (col celeberrimo ritornello “non puoi andartene via”) a un ragazzo che…stava dirigendosi verso la zona bibite per rifocillarsi. «Siamo davvero emozionati di essere qui. Avete un sorridono formidabile, trovate la forza in voi stessi e ce la farete. In bocca al lupo Marche, con tutto il nostro cuore» ribadisce Arisa. E alla fine di tutto il messaggio che passa, non a caso, è che quello che conta è esserci. Anche questo Arisa lo sa, cosi come lo sanno i tanti accorsi qui; un’ora e mezzo di camminata panoramica immersi nel verde, sui luoghi dove il regista Pietro Germi girò il film con Adriano Celentano, il Monte Vettore sullo sfondo e, da lontano, la sagoma di Arquata ancora irrimediabilmente deformata da quella tragedia chiamata terremoto.

«Proprio su questo prato debuttammo con RisorgiMarche, due anni fa, quando con noi arrivò Niccoló Fabi – racconta Neri Marcorè – Arquata è un luogo simbolo del sisma e ci fa immenso piacere essere ancora qui, con il nostro festival animato dalla vostra civiltà e dalla vostra solidarietà. Voglio ringraziare il sindaco Petrucci e il vice Franchi, perché sono sempre collaborativi e disponibili».

Dal punto di vista organizzativo, tutto liscio. Atmosfera variegata e composta come sovente capita con il festival nato dalla spinta del buon Neri. Che ha deciso di far combaciare il ritorno con l’inizio della rievocazione storica della Festa Bella, che si tiene ogni tre anni. Dopofestival dunque caratterizzato da canti e balli nel borgo di Spelonga, in memoria dei 150 paesani che nel 1570 si imbarcarono alla volta della Battaglia di Lepanto. Una serie di eventi gli renderà il gusto tributo per tutto il mese di agosto. Stavolta, a simboleggiare pure la voglia di non arrendersi di tutto un popolo. Esserci, anche in questo caso, conta più di tutto.

LA FOTOGALLERY DI ANDREA VAGNONI

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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