facebook rss

FdI punta alla presidenza della Regione:
in lizza Castelli, Acquaroli e Ciccioli

MARCHE 2020 - L'annuncio oggi. Diversi gli ingressi nel partito di fuoriusciti da Forza Italia e provenienti dalle civiche. Il portavoce regionale Ciccioli: «Questa volta il centrodestra non presenterà all'ultimo momento l'alleanza e la candidatura alla presidenza, ma sarà il frutto di un impegno sul programma»

 

Fratelli d’Italia fa incetta di ingressi e punta alla presidenza delle Marche. L’annuncio oggi in conferenza stampa suona anche come una prova di forza con gli alleati leghisti, dato che la volontà esplicita è quella di presentare un nome sostenuto da una coalizione di centrodestra. Presente anche l’ex sindaco di Ascoli Guido Castelli (già Forza Italia), che da tempo è uno dei nomi papabili per sfidare il governatore uscente del Pd Luca Ceriscioli. Nessuna candidatura decisa, ma a domanda diretta il responsabile regionale di FdI Carlo Ciccioli ha risposto: «Castelli è una risorsa, come lo è Francesco Acquaroli e come lo posso essere io».

La conferenza di oggi è servita a fare il punto proprio in vista delle elezioni regionali della prossima primavera. Presenti oltre a Castelli anche l’ex sindaco di Fermo Nino di Ruscio, Andrea Agostino ex sindaco di Porto San Giorgio, Massimo Bello ex sindaco di Ostra Vetere, accompagnato dal consigliere comunale di Senigallia David Da Ros proveniente dalla Lega. E poi ancora Andrea Assenti, vicesindaco in carica di San Benedetto del Tronto, già coordinatore provinciale di Forza Italia di Ascoli e Maria Lina Vitturini ex assessore ai Servizi Sociali di Porto San Giorgio, attualmente civica, ma anche lei proveniente da Forza Italia. Ingressi “pesanti” insomma che portano in dote al partito voti ed esperienza amministrativa. «Vogliamo essere la locomotiva del cambiamento – ha detto Ciccioli -, sia a livello politico che per la crisi economico-sociale che si è abbattuta sulle Marche, che da regione leader dal punto di vista produttivo è diventata terra di disoccupati e di aziende delocalizzate. Offriamo alla coalizione di centro destra il nostro impegno e il nostro radicamento tra la gente per contribuire al successo, senza paletti ma con la coscienza di rappresentare la colonna politico-organizzativa per raggiungere il risultato. Questa volta il centrodestra non presenterà all’ultimo momento l’alleanza e la candidatura alla presidenza, ma sarà il frutto di un impegno sul programma che è già partito e subito dopo i risultati delle regionali del prossimo ottobre in Umbria, Emilia Romagna e Calabria, porteremo al tavolo nazionale le proposte uscite dal tavolo regionale della coalizione».

Elena Leonardi, Francesco Acquaroli e Carlo Ciccioli

Il deputato Acquaroli ha affermato che «punti fondamentali del confronto con la amministrazione uscente di Ceriscioli, caratterizzata dai pessimi risultati conseguiti, saranno la logistica e le infrastrutture, la sanità, l’economia del mare, la gestione del post-terremoto e la sofferenza in tutti i settori della piccola e media impresa e del turismo. La nostra regione è ferma dal ’94 e, in questi ultimi venticinque anni, la sinistra ha affondato ancor di più la crisi generalizzata che da oltre dieci anni si è abbattuta sulle economie europee».

Per Elena Leonardi, capogruppo in Consiglio regionale, «i problemi che attanagliano la regione sono ancora tutti da risolvere: rappresentano la testimonianza viva dell’incapacità di chi ha amministrato sinora nel dare risposte concrete ai bisogni dei marchigiani. I dati relativi al turismo sono incontrovertibili: un segno negativo pari al -13 percento in un settore che dovrebbe essere vitale per una regione che potrebbe invece offrire moltissime opportunità economiche e di lavoro. Una delle colpe che non si possono perdonare alla attuale Giunta nella gestione post-terremoto, è quella di aver fatto prevalere la logica di partito rispetto all’interesse regionale, quando l’amministrazione Ceriscioli aveva lo stesso colore politico del Governo nazionale».

Di Ruscio si è soffermato sui servizi che i marchigiani pagano più volte a cominciare dal dissesto idrogeologico, «vedasi le tasse che essi sono costretti a pagare al Consorzio di bonifica, da cui non traggono alcun beneficio». Andrea Assenti ha sostenuto che è venuto il momento «di passare dalle amministrazioni locali a cambiare il governo regionale il quale non da risposte alla periferia, arroccandosi nei palazzi del potere, senza tenere conto degli interessi reali delle persone».

Guido Castelli si è soffermato su alcuni dati di oggi: «Le Marche sono fanalino di coda del Pil delle regioni italiane, meno 11% rispetto alla pre-crisi, contro una media del meno 4% per molte altre regioni, e si avvia a diventare l’ultima regione del centro nord e la prima del centro sud, separandosi dall’Emilia Romagna e agganciandosi all’Abruzzo. Aleggia così il fantasma della povertà, da noi fino ad oggi sconosciuto: Ceriscioli continua invece a dire che tutto va bene». Andrea Agostini si è detto «soddisfatto di partecipare per la prima volta alla realizzazione di un grande progetto politico per il futuro e non ad un semplice incontro di un partito: c’è la volontà di vincere e di essere coesi con il resto della coalizione». Massimo Bello ha sostenuto che gli enti locali e i fondi europei, che la regione Marche spende in quantità residuale mostrando scarsissima progettualità, rappresentano la possibilità di un inversione di tendenza rispetto alla attuale deriva economica. «Portiamo l’esperienza di una classe dirigente – ha detto Bello -, che è riuscita ad affermarsi sia all’opposizione che al governo quando ha avuto la possibilità di amministrare». A concludere Maria Lina Venturini: «L’incapacità della gestione del governo delle Marche ha comportato pesantissima disoccupazione e la fuga dei giovani verso altre regioni italiane o addirittura all’estero».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X