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Infortuni sul lavoro in aumento:
14 morti in sei mesi

I DATI regionali in controtendenza con quelli nazionali. La Cgil denuncia: «I più colpiti sono i giovani e i migranti, cioè coloro che maggiormente vivono in condizioni di lavoro precario, instabile o senza formazione adeguata»

 

 

Aumentano gli infortuni sul lavoro nelle Marche. A denunciarlo i dati diffusi dall’Inail ed elaborati dalla Cgil regionale. Nei primi sei mesi dell’anno sono stati denunciati 9.438 infortuni, 78 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+0,8%) e in controtendenza rispetto al livello nazionale in cui si registra un calo del -0,2%. Nelle Marche crescono in particolare gli infortuni in occasione di lavoro (+1,5%) mentre quelli in itinere presentano una diminuzione (-3,3%). Drammatico il bilancio degli infortuni mortali. Sono 14 i lavoratori che hanno perso la vita dall’inizio dell’anno: 2 donne e 12 uomini. A livello nazionale gli infortuni mortali sono stati 482.

Il territorio che presenta un incremento significativo di infortuni è quello di Ancona (+5,7%), mentre il fenomeno è stabile a Pesaro Urbino. In calo gli infortuni denunciati a Fermo (-3,4%), Macerata (-3,2%) e Ascoli Piceno (-1,8%).

Secondo Daniela Barbaresi, segretaria generale della Cgil Marche, gli «insufficienti investimenti dell’Asur in prevenzione, l’aumento dell’età pensionabile e il precariato dilagante sono un mix devastante che mette sempre più a rischio la sicurezza dei lavoratori. I dati dell’Inail relativi ai primi sei mesi del 2019 tracciano un un trend negativo in cui stanno aumentando pericolosamente le denunce di infortuni sul lavoro e gli incidenti mortali. Un campanello d’allarme da non sottovalutare. Questi dati evidenziano la necessità di un’azione forte e decisa da parte di tutti, dalle imprese alle istituzioni, investendo in sicurezza, prevenzione, formazione, lavoro stabile e di qualità e condizioni di lavoro dignitose. Vanno incrementati gli organici dedicati ai controlli e alla vigilanza, cosi come alla repressione dei fenomeni di irregolarità».

Osservando gli infortuni in occasione di lavoro, emerge che i più colpiti sono i lavoratori dell’industria manifatturiera dove peraltro gli infortuni crescono dell’1,0%. Crescono in particolare nel settore delle calzature e abbigliamento (+23,9%), nella chimica, gomma, plastica (+16,1%), nel legno-mobile (+9,0%), mentre sono in calo nella meccanica (-8,1%). Rilevante l’incremento nelle costruzioni (+16,3%), nel commercio e riparazioni (+11,9%) e in agricoltura (+11%). Aumentano gli infortuni anche nella sanità e assistenza sociale (+3,8%) e nei trasporti (+3,5%).

Il maggior numero di infortuni colpisce gli uomini, ma il fenomeno è in leggero calo, mentre per le donne che si assiste significativo incremento di infortuni denunciati (+3,6%).

Osservando i dati per classi di età degli infortunati, emerge che i più compiti continuano ad essere i giovani e in particolare coloro che hanno meno di 19 anni per i quali gli infortuni crescono dell’8,5%. Anche i migranti sono tra i più coinvolti dal fenomeno: per i lavoratori extra comunitari gli infortuni denunciati sono cresciuti in modo rilevante (+10,9%), così come anche per i lavoratori provenienti da altri Paesi dell’Ue (+3,4%). In calo gli infortuni per i lavoratori italiani (-0,7%).

Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche e Responsabile salute e sicurezza, sottolinea che «i più colpiti sono i giovani e i migranti, cioè coloro che maggiormente vivono in condizioni di lavoro precario, instabile o senza formazione adeguata. Per questo è necessario mettere fine alla crescita del lavoro precario o frammentato così come è necessario ripristinare norme più stringenti in materia di appalti. Le scelte del Governo stanno andando nella direzione sbagliata: dal decreto “Sblocca cantieri”, che ha abbassato diritti e tutele per i lavoratori, ancora più esposti al rischio di infortuni, al decreto interministeriale di alcuni mesi fa, che ha ridotto i premi Inail a carico delle imprese mediamente del 32%, veicolando il messaggio pericoloso che la sicurezza è un costo da ridurre per le imprese».

Continua a essere elevato anche il numero delle malattie professionali. nei primi 6 mesi dell’anno ne sono state denunciate 3.290, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono (-0,8%). Andando nel dettaglio, però, emergono aspetti rilevanti a partire dal significativo incremento delle malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo che peraltro costituiscono i due terzi delle malattie denunciate.

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