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Pietro Bartolo a Osimo,
una lezioni di vita
e di grande umanità

IL MEDICO di Lampedusa stamattina ha parlato a studenti e cittadini riuniti al teatro La Nuova Fenice. La vice sindaco Andreoni: «Ho fortemente voluto questo incontro come preziosa opportunità formativa per tutti»

La vice sindaco Paola Andreoni con il sindaco Pugnaloni stamattina al teatro la Nuova Fenice

Pietro Bartolo

 

Una lezione di vita quella che stamattina, 5 ottobre, al teatro La Nuova Fenice di Osimo, ha tenuto Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa. A renderlo famoso è stato il grande schermo, con “Fuocoammare”, il film-documentario dedicato al dramma degli sbarchi dei profughi sull’isola. Ma l’impegno quotidiano di Pietro Bartolo per i migranti va avanti dal 1991: in questi ventotto anni di attività, nel difficile ruolo di ufficiale sanitario delle Isole Pelagie, il dottor Bartolo ha visitato e prestato assistenza a oltre 250mila immigrati, arrivati nell’isola siciliana per fuggire alle guerre e alla povertà, in cerca di un futuro migliore per sé e per i propri figli. «A pochi giorni dalla ricorrenza di una data fortemente simbolica quale è la Giornata mondiale del Rifugiato, ho chiesto al medico di Lampedusa – che da pochi mesi è parlamentare europeo – di portare alla nostra comunità la sua incredibile testimonianza di vita professionale e personale.- scrive la vice sindaco Paola Andreoni – Ho fortemente voluto questo incontro (e il dottor Bartolo ha fatto l’impossibile per essere presente nella nostra città) nella convinzione che questa testimonianza rappresenti una preziosa opportunità formativa per tutti noi. Quella di stamattina è stata una grande lezione di umanità».

La vice sindaco Paola Andreoni con il medico di Lampedusa, Pietro Bartolo

Tanti giovani e tanti osimani hanno ascoltato in silenzio e con emozione le parole penetranti di fratellanza, umanità, dolore e speranza pronunciate dal medico di Lampedusa. «Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato – chiude la vicesindaco – i Dirigenti scolastici ed i docenti che in pochissimo giorni si sono organizzati per garantire la presenza degli studenti all’incontro. Grazie ai ragazzi che nonostante la pioggia sono arrivati a piedi dalle loro Scuole per ascoltare l’esperienza di un uomo, un medico che da 28 anni accoglie persone e salva vite umane».

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