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Cibo marchigiano all’estero,
è boom di consumi

DATI - Il vino resta il prodotto di punta con oltre 27 milioni di euro. Bene anche la pasta di grano duro (8,5 milioni di euro, +5,5%) e l’ortofrutta lavorato e conservato (12,7 milioni, +24%)

foto d’archivio

 

È record mondiale della cucina italiana nel mondo e soprattutto le Marche vedono l’export agroalimentare tanto fiorente ma il forte rischio, soprattutto all’estero, è di trovarsi di fronte a un prodotto taroccato, spacciato per proveniente dal Belpaese. La Settimana della cucina italiana nel mondo 2019, in programma da oggi fino al 24 novembre, vede la nostra regione sorridere ai dati sulle produzioni territoriali che partono per i mercati esteri: oltre 189 milioni di euro nei primi sei mesi del 2019 con un aumento del 9% del valore, più della media nazionale, e senza risentire delle incertezze legate, ad esempio, alle politiche protezionistiche statunitensi dove il nostro agroalimentare cresce del 26%. Il vino resta il prodotto di punta con oltre 27 milioni di euro. Bene anche la pasta di grano duro (8,5 milioni di euro, +5,5%) e l’ortofrutta lavorato e conservato (12,7 milioni, +24%). Prodotti che si fanno sempre più conoscere dal pubblico estero grazie anche al turismo e alla cucina dei cuochi locali che ha accresciuto negli anni la sua qualità. Basti pensare alla Senigallia degli chef stellati Mauro Uliassi (che ha recentemente confermato la Terza Stella) e Moreno Cedroni (a due), in buona compagnia con le Stelle di Errico Recanati (una Stella per il suo Andreina a Loreto) e Stefano Ciocci (una Stella per il Nostrano, a Pesaro) ma anche delle tante menzioni della guida, diventa negli anni una Bibbia per i gourmet: ben 37 in tutta la regione. Una cucina che ha aggiunto alla qualità del prodotto genuino e a chilometro zero anche la professionalità nella preparazione. Proprio per questo Coldiretti Marche, da anni, organizza numerosi corsi di formazione per consolidare la figura dell’agrichef, il cuoco contadino con i suoi prodotti dal campo alla padella. Il miglior biglietto da visita del territorio e un presidio a difesa dell’originalità degli ingredienti mentre, nel mondo, assistiamo a falsi Made in Italy in quasi due piatti su tre, denuncia Coldiretti. “La settimana della cucina è una settimana di conoscenza da divulgare per rendere onore alla vera tradizione agricola e alimentare del nostro Paese – commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – che nel mondo viene costantemente imitata sottraendo economia e occupazione alle nostre aziende di produzione e trasformazione. L’export del Made in Italy a tavola potrebbe triplicare se l’Italian sounding venisse contrastato e impedito ad ogni livello, italiano , europeo ed internazionale”. Proprio per identificare i veri ristoranti italiani e proteggerli dai fake e dall’utilizzo di prodotti tricolori tarocchi arriva la prima carta d’identità ideata da Coldiretti e Asacert, azienda di certificazione e ispezione con esperienza pluriennale e accreditamenti internazionali. Grazie a un apposito protocollo basato sulla rispondenza dei fornitori, dei menù e della carta dei vini, sarà infatti possibile identificare i ristoranti – precisa Coldiretti – che sono davvero italiani e non solo di nome e di “facciata”, ovvero sul piano delle materie prime, dello staff e soprattutto della tradizione culinaria e della proposta enogastronomica. La certificazione “ITA 0039 | 100% ItalianTaste” è nata, infatti, dalla necessità di difendere, promuovere e valorizzare il patrimonio agroalimentare italiano, non solo a livello di prodotto ma anche sul piano della distribuzione enogastronomica.

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