Neonata scossa con forza e presa dalle braccia per farla camminare anzitempo. Era questo il quadro ricostruito dalla procura che nel 2016 aveva fatto mettere sotto inchiesta i genitori della bimba che oggi ha 5 anni. I due, entrambi 30enne residenti nel Fabrianese, sono finiti a processo per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali gravi. A entrambi, con l’inizio del procedimento penale, la potestà genitoriale è stata sospesa. Oggi pomeriggio, dopo un lungo dibattimento, è arrivata la sentenza. Il giudice ha condannato entrambi a nove mesi, pena sospesa. Sono stati assolti per il reato di maltrattamenti e quello di lesioni è stato derubricato nella fattispecie colposa. Dunque, per il tribunale, non ci sarebbe stata l’intenzione di far male alla piccina. Le lesioni riportate dalla minore non sono state volontarie, proprio come ribadito durante la discussione dalle difese. Per la mamma c’era l’avvocato Paola Righetti, per il papà il legale Laura Versace. Per il genitore, tra l’altro, il tribunale dei minorenni ha già predisposto un percorso di riavvicinamento alla figlia. L’inchiesta era esplosa a inizio 2016, quando il Salesi aveva avvisato la procura delle condizioni di salute della piccina che, all’epoca, aveva solo poche settimane di vita. Al materno-infantile di Ancona erano state rilevate plurime fratture (costato e gambe) ed emorragie retiniche. Una situazione che aveva fatto destare sospetto nel comportamento dei genitori. Era stata una perizia medico legale a ravvisare nella neonata la cosiddetta ‘sindrome del bambino scosso’, una patologia che può portare a gravi problemi di salute nei bimbi appena nati che vengono sottoposti a pratiche inadatte per la loro tenera età. I genitori della piccola hanno sempre rigettato ogni accusa, sostenendo la mancanza di dolo nelle loro azioni. Gli scuotimenti potrebbero essere avvenuti quando la bimba manifestava problemi di salute: pallore, pianto e uno stato continuo di torpore. Gli imputati sarebbero arrivati a temere per la vita della figlia, arrivando a scuoterla per farla riprendere. Un’azione lontana dalla volontà di fare male alla piccina e, probabilmente, dettata dall’inesperienza di essere genitori. Tra l’altro, il dottor Mauro Pesaresi, consulente della difesa, aveva sostenuto come le fratture e lesioni riportate dalla piccola potessero essere compatibili con un’accidentale caduta. La ‘sindrome del bimbo scosso’ sarebbe stata solamente una delle tante ipotesi da prendere in considerazione.
(Fe. Ser.)
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