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Farmaci dopanti dall’Est Europa,
smantellata organizzazione illegale

ASCOLI - I carabinieri del Comando provinciale di Ascoli Piceno con i colleghi del Nas di Ancona hanno portato alla luce una vasta rete in cui operavano decine di persone in quattordici regioni e trenta province italiane

 

di Andrea Ferretti

Tutto è partito circa due anni fa, nel 2018, quando i Carabinieri della Stazione di Villa Pigna di Folignano fecero degli accertamenti su un uomo residente nel Comune di Folignano sospettato di svolgere una attività di commercio illecito di sostanze dopanti. Poi la rete dei Carabinieri del Comando provinciale di Ascoli si è allargata. Le indagini sono state lunghe, minuziose e anche complicate. Ma alla fine i militari dell’Arma, insieme ai colleghi del Nucleo antisofisticazioni e sanità (Nas) di Ancona, coordinati dalla Procura della Repubblica di Ascoli, titolare dell’inchiesta, sono riusciti a disarticolare una organizzazione dedita appunto al commercio, e quindi all’utilizzo e alla somministrazione di farmaci e altre sostanze in grado di alterare le prestazioni agonistche degli atleti. In una sola parola: dopanti. Non solo, ma tra i reati è configurato anche quello di “vendita di medicinali al pubblico a distanza mediante i servizi della società dell’informazione senza autorizzazione”. Tradotto: vendite online.

Ecco allora che l’indagine dei Carabinieri si è allargata a macchia d’olio coinvolgendo ben 14 regioni e 30 province italiane. Alla fine sono state individuate decine di persone – anche atleti di varie discipline sportive e frequentatori di palestre – che acquistavano e commercializzavano farmaci dopanti importati da Paesi dell’Est Europa come Bulgaria e Polonia. Gli investigatori dell’Arma hanno potuto ricostruire i ruoli e le funzioni di tutti gli indagati i quali avevano messo su una vera e propria struttura reticolare proponendo, tramite i social, ingenti quantitativi di farmaci a effetto dopante sia a consumatori che a rivenditori al dettaglio.

Non solo, ma attraverso l’analisi di conti correnti, hanno appurato anche diverse transazioni avvenute sulle carte di pagamento e le relative spedizioni postali, per un giro d’affari stimato in oltre mezzo milione di euro all’anno. Sono venute fuori anche ricette mediche falsificate che alcuni degli indagati utilizzavano per acquistare ulteriori prodotti provenienti dal cosiddetto circuito regolare nazionale.

Sono state effettuate ben 55 perquisizioni, disposte dalla Procura, oltre che nella provincia di Ascoli, anche in quella di Pesaro Urbino (per restare nelle Marche), e in quelle di Bari, Barletta-Andria-Trani , Brescia, Cagliari, Cremona, Ferrara, Foggia, Latina,  Lodi, Lucca,  Massa Carrara, Messina,  Milano, Padova,  Parma,  Perugia, Reggio Calabria, Roma,  Savona, Siracusa, Taranto, Terni, Torino, Trapani, Treviso, Trieste, Varese e Viterbo). Risultato? Sequestrate migliaia di confezioni di farmaci ad effetto dopante, come nandrolone, testosterone, ormone della crescita e steroidi anabolizzanti.

 

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