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Orlando “stoppa” il documento primarie
«Viene prima la coalizione,
ipotesi 5 Stelle per noi resta aperta»

MARCHE 2020 - Il vicesegretario nazionale, oggi ad Ancona per la direzione regionale del Pd, è intervenuto alla fine della riunione fiume, in cui si è palesata la frattura interna ai Dem, tra chi chiede discontinuità (e punta sulla sindaca dorica Mancinelli) e chi fa quadrato intorno al governatore uscente Ceriscioli. Ma se a Roma riusciranno a trovare un accordo con i pentastellati tornerà in auge la figura dell'ex rettore Longhi

Andrea Orlando oggi ad Ancona alla direzione regionale del Pd

 

di Elena Fiori (foto Giusy Marinelli)

Un passo indietro per vedere il quadro generale. Dalla direzione regionale fiume del Pd – convocata alle 14,30, iniziata alle 15,30 e terminata poco prima delle 22 – si esce con un punto fermo che sembra un flashback: allargare il più possible la coalizione, tornando a dialogare anche con il Movimento 5 stelle. Un indirizzo che sfreccia sul doppio binario regionale e nazionale: a Roma, infatti, la trattativa giallo-rossa per le elezioni nei territori prosegue ed anche nelle Marche «non si deve mollare fino all’ultimo».

Luca Ceriscioli guarda l’orologio: la sua presidenza ha i giorni contati o correrà ancora?

A dettare la linea è l’inviato speciale Andrea Orlando, arrivato oggi ad Ancona per cercare di sbrogliare la matassa all’interno del Pd in vista delle elezioni regionali della prossima primavera. Orlando ha partecipato alla direzione regionale del partito, nella Casa del Popolo alla Palombella, ‘inviato’ dal segretario Nicola Zingaretti. Il suo ritardo di circa un’ora ha fatto irritare non poco il governatore Luca Ceriscioli, che ha anticipato la partenza ed il suo intervento alla Bit di Milano per arrivare puntuale. Nell’attesa che il vicesegretario si palesasse, da segnalare la stretta di mano tra Ceriscioli e la sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, dopo l’iniziale gelo, e lo scambio di posti nelle prime file tra il governatore ed il primo cittadino di Pesaro Matteo Ricci, un tempo inseparabili, oggi sui due fronti opposti della barricata interna. Nella riunione – a porte chiuse – il segretario regionale Giovanni Gostoli, che ha detto “difendiamo il buon governo ma oggi sono mutate le condizioni che ci richiedono anche il coraggio di valutare una candidatura diversa che possa avere caratteristiche di consenso e di unire una coalizione più ampio”. Al suo intervento ha fatto seguito quello del sindaco di Senigallia e presidente Anci Marche, Maurizio Mangialardi, che ha riproposto il documento, condiviso da 4 federazioni su 5 (unica voce fuori dal coro quella di Ancona), per chiedere le Primarie da convocare il 15 marzo, con Ceriscioli come candidato del Pd. Orlando ha però preferito stoppare la votazione: se l’obiettivo è quello di fare un tentativo bis con i pentastellati, accelerare sulle Primarie sarebbe controproducente.

Anche Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona, è pronta a correre

Da qui, la lunga serie di interventi dei pezzi da 90 del partito, tutti pronti a ribadire per l’ennesima volta la propria posizione: la maggioranza a far quadrato intorno al governatore (con l’ex segretario Francesco Comi ed il vicesegretario Fabiano Alesandrini tra i più pasdaran), la minoranza a sostenere Mancinelli (senza mai nominarla apertamente) e la voce fuori dal coro del presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, che ha invitato a guardare ad un candidato civico esterno al partito (leggi: l’ex rettore della Politecnica Sauro Longhi), in modo tale da raggiungere una sintesi più alta, al di là dei personalismi interni.

Il penultimo intervento spetta a Ceriscioli, che bacchetta pesantemente Ettore Rosato (Italia Viva) – “che lui dia a me, che fino ad oggi non ho mai perso, del perdente, è paradossale. Spero che qualcuno gli abbia dato del demente” – e non lesina rimbrotti al governo nazionale per non aver concesso alle Marche le deroghe normative, fondamentali per la gestione della ricostruzione, garantite a Genova, né lo stesso occhio di riguardo avuto con l’Emilia Romagna per la questione della plastic tax: “di chi siamo figli noi?”, domanda retorica. A trarre le conclusioni è toccato ad Orlando, che ha parlato di una “discussione onesta, sincera e costruttiva che ha definito i passaggi delle prossime ore. Prima di tutto viene la coalizione: per farla, ipotizziamo anche lo strumento delle Primarie. Il problema è se si combinano con la coalizione: se non c’è consenso da parte delle altre forze politiche, dovremo seguire altre strade. Da Roma, le indicazioni che vanno in due direzioni: la prima è di guardare avanti perché la sfida non si vince solo con la scelta del candidato, ma anche indicando la prospettiva politica. In secondo luogo, allargamento quanto più ampio possibile della coalizione. Con i 5 stelle non vogliamo mollare fino all’ultimo momento perché crediamo nell’opportunità di questa alleanza e perché se non si dovesse realizzare, i marchigiani dovrebbero sapere esattamente di chi è la responsabilità.  Si deve aprire un confronto subito con le altre forze politiche: in primis, un passaggio ulteriore con il M5s; poi, sciolto questo nodo, con le forze politiche del centrosinistra per capire quale può essere la strada comune sulla base della quale scegliere il presidente”.

Il documento, condiviso dalle federazioni di Ascoli, Macerata, Fermo e Pesaro (leggi l’articolo), bloccato oggi da Orlando, sostiene Ceriscioli e l’attivazione delle primarie per una sfida con eventuali altri aspiranti nel centrosinistra da tenersì a metà marzo; quella di Ancona chiede ‘discontinuità’ e una candidatura nuova.

Ad incarnare la discontinuità sarebbe, nell’immaginario di una porzione dei Dem, Mancinelli, sostenuta da diversi sindaci (su tutti Matteo Ricci, ma anche Carancini e Lucciarini) e altre forze politiche di centrosinistra, come Italia Viva). Dalla sua parte anche la sottosegretaria Alessia Moroni, Leonardo Catena, Mario Morgoni, coordinatore di Base riformista, Paolo Petrini, ed Emanuele Lodolini

All’affollata direzione presente tutto il gotha del partito: tra gli altri, i parlamentari Francesco Verducci e Mario Morgoni, la sottosegretaria Alessia Morani i vertici delle federazioni provinciali, i sindaci Romano Carancini (Macerata) e Matteo Ricci (Pesaro), il presidente di Anci Marche Maurizio Mangialardi, del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, il capogruppo Francesco Micucci, Emanuele Lodolini, Camilla Fabbri, Francesco Comi, Sara Giannini, Luciano Agostini, gli assessori Bora, Casini, Cesetti e Sciapichetti.

Di seguito il testo del documento presentato a sostegno di Ceriscioli e delle primarie, su cui converge la maggioranza del partito:

Le elezioni regionali sono vicine. Mancano meno di 4 mesi al voto. La sfida sarà tra noi e la destra come conferma anche il voto in Emilia Romagna e come hanno già dimostrato le recenti elezioni amministrative e regionali in Italia. Il Pd cresce nei sondaggi, è forza indispensabile per creare un campo progressista e civico competitivo, ma non è autosufficiente.  Le recenti vicende storiche e il buon senso ci dicono che in questi momenti serve unità, massima serietà, meno esternazioni auto lesioiniste, meno veti personali ma invece occorre lavorare per costruire un’alleanza più larga possibile.
Il Pd è al lavoro faticosamente per costruire un progetto competitivo.  La direzione regionale del Pd, riunita il 6 dicembre del 2019, ha intanto valutato e riconosciuto il buon governo e i risultati positivi della Giunta regionale guidata dal presidente Ceriscioli.
 d oggi, il segretario regionale e la direzione regionale, hanno verificato che c’è una sola proposta di candidatura ed è quella del presidente della Regione Luca Ceriscioli.  Il presidente Ceriscio0li ha dato fin da subito la disponibilità a fare un passo indietro se questo è utile per costruire un’alleanza con M5s. Ad oggi, però, il M5s non sembra disponibile a collaborare con nessun partito per le prossime elezioni regionali.
I vertici dei partiti e delle forze politiche del centrosinistra, impegnato nel costruire l’alleanza più ampia possibile, non sembrano in grado di risolvere con la politica e il dialogo, il tema del candidato.  Stiamo perdendo tempo. Personalismi, tatticismi dei singoli stanno prevalendo sull’interesse generale.
Il Pd ritiene che quando la politica fallisce sia necessario restituire subito la parola alla propria base. Le primarie sono lo strumento più democratico e trasparente di sintesi.  Invitiamo pertanto la direzione regionale a indire, entro e non oltre il 15 marzo, le primarie di coalizione aperte ai cittadini e a tutte le forze politiche e il Pd a partecipare con le modalità previste dallo statuto.

 

Luca Ceriscioli con il consigliere regionale Francesco Giacinti e Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia e presidente Anci Marche

Il sindaco di Macerata Romano Carancini e il deputato Mario Morgoni

Valeria Mancinelli con uno dei suoi principali sponsor, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci

La sottosegretaria Alessia Morani

 

 

Il capogruppo in Consiglio regionale Francesco Micucci e Francesco Vitali, coordinatore provinciale del Pd di Macerata

 

 

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