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Base riformista corrente-contro:
«Non condividiamo Mangialardi,
bisogna allargare il consenso»

MARCHE 2020 - Maretta in casa Pd con Mario Morgoni, Alessia Morani, Leonardo Catena e gli altri esponenti che mettono le mani avanti sulla decisione presa dalla direzione regionale: «Non si discutono l'autorevolezza e le qualità del sindaco di Senigallia, ma non possiamo ignorare le critiche degli alleati»

 

Da sinistra Alessia Morani e Mario Morgoni

 

«Questa scelta rischia di far saltare un’alleanza ampia. Le critiche degli alleati sulla proposta Mangialardi non possono essere ignorate. Meglio sedersi a un tavolo unitario con nomi di alto profilo che uniscano e allarghino la base del consenso». Questo in sintesi l’appello inviato questo pomeriggio da Base riformista, corrente del Pd che non ha condiviso la scelta di Maurizio Mangialardi come candidato governatore. Nella corrente ci sono la sottosegretaria Alessia Morani, il deputato Mario Morgoni, diversi amministratori ed è coordinata da Leonardo Catena, sindaco di Montecassiano. A votare per il sindaco di Senigallia e presidente Anci Marche è stata la direzione regionale, provocando però uno strappo con il resto del centrosinistra. Tanto che ieri, con una nota congiunta, le altre forze della coalizione hanno chiarito di non gradire la scelta né il metodo degli incontri bilaterali usato fino a quel momento dal segretario dem Giovanni Gostoli.

Leonardo Catena, coordinatore regionale di Base Riformista

«Non si discutono l’autorevolezza e le qualità del sindaco di Senigallia Mangialardi e va altresì sottolineato l’apprezzamento per il passo indietro responsabile del presidente Ceriscioli – dice Base riformista -. Il problema nasce nel momento in cui il partito regionale , dopo aver intrapreso con buon senso e in accordo con la segreteria nazionale un percorso di confronto con gli alleati, ha prodotto un’accelerazione frutto di accordi interni che rischiano seriamente di far saltare la possibilità di costruire un’alleanza ampia e includente – dice Base riformista -. I pronunciamenti critici degli alleati sulla proposta Mangialardi non possono essere ignorati se abbiamo a cuore gli interessi dei cittadini marchigiani più che l’ esigenza di difendere gli assetti di interni al partito. Di fronte a questo scenario sarebbe opportuno tornare a valutare l’ipotesi di sedersi ad un tavolo unitario con nomi di alto profilo che uniscano e allarghino la base del consenso. Il Pd deve essere forza responsabile e capace di costruire una nuova esperienza per vincere le elezioni e scongiurare il pericolo di consegnare alla destra la Regione Marche».

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