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Election day in autunno,
il rinvio apre le porte
al ritorno di Ceriscioli

REGIONALI E COMUNALI - Il Governo frena sul voto a luglio. Negli ultimi mesi la popolarità del governatore è aumentata di molto per la gestione dell'emergenza coronavirus. Possibile che torni sulle proprie decisioni alla luce del consenso di cui gode e di una percezione su di lui mutata rispetto a inizio anno

Luca Ceriscioli e Maurizio Mangialardi

 

di Luca Patrassi 

Sembrava pronta anche la data, quella del 14 luglio prossimo, per le elezioni di rinnovo del consiglio regionale delle Marche e l’elezione del governatore. Non ci sarà però nessuna “presa della Bastiglia”, almeno non il 14 luglio. Oggi il Consiglio dei ministri ha rivisitato i contenuti del decreto che lasciava ai governatori la possibilità di indire il voto in una finestra compresa tra luglio ed ottobre. Ipotesi sostenuta, più o meno apertamente, da diversi governatori uscenti. L’ipotesi estiva ha però registrato l’opposizione di alcuni ministri, contrari a campagne elettorali d’estate senza neanche la certezza della fine del lockdown e dell’inizio della fase due. Un altro elemento di perplessità, sollevato dai pentastellati, è legato al fatto che ci potesse essere un doppio ricorso alle urne (regionali e comunali) a distanza di pochi mesi in tempi di Covid 19. A favore del voto in estate alcuni governatori – Zaia tra gli altri – sottolineavano il rischio di un nuovo picco dell’epidemia in autunno mettendo in forse il passaggio elettorale. Il Governo avrebbe infine deciso, il testo non è ancora stato pubblicato, per un election day – regionali e comunali – tra il 15 settembre e il 15 dicembre. Si dice Covid 19 ma a pensare che ci siano di mezzo anche ragioni politiche non si fa un gran peccato visto che negli ultimi mesi il panorama è cambiato in molte regioni.

I governatori uscenti temono imboscate per far spazio a nuove alleanze e nuovi equilibri all’interno delle coalizioni, chi invece ha già detto di non voler essere della partita magari ci sta ripensando. Il governatore delle Marche Luca Ceriscioli, prima della pandemia, aveva detto che non si sarebbe ricandidato anche per tacitare il fuoco amico del “suo” Pd, strada aperta al sindaco di Senigallia Mangialardi rimasto bloccato dall’esplosione dell’emergenza. Negli ultimi mesi, però, la popolarità del governatore Ceriscioli è aumentata di molto anche per le decisioni prese sul Covid 19, per l’aver sostenuto per primo la scelta di chiudere le scuole con il governo che ha fatto ricorso al Tar, per aver affrontato anche il dileggio di alcuni suoi amici sindaci che andavano in tv con la spilletta #no panico. Possibile che ora il governatore Ceriscioli ritorni sulle proprie decisioni alla luce appunto del consenso di cui gode. L’interessato continua a negare l’ipotesi della ricandidatura ma la voce ha un suo solido fondamento e bisognerà comunque attendere per verificare la nuova proposta elettorale del centrosinistra. Difficile pensare che tutti questi mesi di galleggiamento elettorale non possano produrre effetti anche sulle candidature, si è visto appunto come in pochi giorni sia mutata la percezione dei marchigiani nei confronti di Ceriscioli ed è possibile che nel centrosinistra si riapra la corsa alla candidatura a governatore delle Marche.

 

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