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Disagio psichico, il sostegno a distanza
si rafforza con i servizi online

ANCONA - Il progetto, nato dall’associazione culturale Nie Wiem e dall’ingegnere informatico Sarah Di Piero, offre ai pazienti del CSM la possibilità di consulti telematici, attraverso chat e video-visite, e l'avvio di percorsi terapeutici che toccano i settori culturali e artistici

Foto d’archivio

 

di Giampaolo Milzi

Tra i deleteri effetti collaterali dell’epidemia Coronavirus, l’aumento del disagio psichico/psicologico e l’aggravio delle sofferenze per coloro che già da tempo lottano contro patologie e disturbi più o meno gravi. A togliere un po’ la dittatoriale e nefasta “corona” dalla testa del Covid 19 e ad accarezzare le teste con dolcezza dei pazienti psichiatrici cronici o nuovi, ecco l’iniziativa “CSM aumentato. Servizio di sostegno a distanza per la salute mentale”. Un progetto presentato questa mattina in una video conferenza stampa, resa possibile da un collegamento con la piattaforma web “Zoompro” attivata grazie alla donazione del noto poeta Lello Voce. L’idea progettuale, che vede protagonista il Centro di Salute Mentale (CSM) di Ancona, è nata dall’associazione culturale Nie Wiem, con sede ad Ancona, e da una sua socia, l’ingegnere informatico Sarah Di Piero. Un mese di duro lavoro, per dare il via già da oggi a questa esperienza nel territorio comunale, coordinata dalla psichiatra del CSM Emilia Alfonsi e supportata da Coop Alleanza 3.0 e dai suoi soci della provincia.  In pratica, chi soffre di disagio psichico e psicologico può effettuare una chiamata al numero telefonico 071/8705961 (dal lunedì al venerdì, in orario 8 – 20, il sabato fino alle 14) al quale rispondono gli operatori di turno del servizio di accoglienza del CSM, i quali – valutate le esigenze e le richieste espresse dall’utente – lo mettono in comunicazione prima telefonica poi tramite videochiamata con soggetti capaci di risposte mirate. «Se si tratta di un paziente che abbiamo già in carico, potrà colloquiare per la terapia con lo psichiatra o lo psicologo di riferimento. Anche i nuovi utenti potranno beneficiare di consulenze, visite psichiatriche a distanza o di approfondimenti psicologici, avvio di terapie farmacologiche o psicoterapie, colloqui con educatori e assistenti sociali», ha spiegato la dottoressa Alfonsi.

Cuccaroni in videoconferenza

Ma la parte più originale e intrigante del progetto è quella che consente al servizio di accoglienza del CSM di mettere in link virtuale ma efficace i disagiati con altri professionisti o volontari, operativi soprattutto nei settori culturali e artistici, capaci di declinare il sollievo in vari modi: leggendo racconti, poesie o brevi testi di libri; consigliando particolari letture; proponendo attività ludiche, facendo ascoltare brani musicali, cantando essi stessi delle canzoni o suonando degli strumenti (solo per fare qualche esempio). Un servizio aumentato anche in questo senso. «Tra i professionisti e i volontari disponibili a fornire il supporto ci sono quelli dell’entourage di Nie Wiem, già cimentatasi con successo anche nel recente passato con iniziative a favore dei disagiati psichici e psicologici, come i laboratori di poesia “La parola che cura” – ha ricordato il prof. Valerio Cuccaroni, presidente di Nie Wiem – e l’iniziativa del 21 febbraio scorso alla Casa delle Culture, nell’ambito della rassegna “Hop! I salti che ci cambiano” con i pazienti de CSM che hanno letto in pubblico le loro poesie». «E poi i membri delle diverse associazioni con le quali già da tempo il CSM collabora – ha aggiunto la dottoressa Alfonsi – e delle nuove che si proporranno». Già presenti in campo gli attivisti del gruppo “Reparto da qui”, fondato la scorsa estate da Nie Wiem. «Tutto ciò per concretizzare la filosofia della cura figlia delle grandi innovazioni del grande psichiatra Franco Basaglia, tutte concentrate, una volta chiusi i manicomi, a ridurre le degenze ospedaliere e a diffondere esperienze terapeutiche nel sociale e legate a pratiche anche culturali», ha sottolineato Cuccaroni.

Sarah Di Piero

“Aumentato”, il Servizio di sostegno a distanza per la salute mentale, ovviamente nel senso tecnico del termine: tramite l’uso delle tecnologie informatiche e internet – questa parte del progetto è stata curata dall’ingegner Sarah Di Piero -: gli operatori del servizio accoglienza del CSM sono stati dotati di due sim card per smartphone messe a disposizione dall’Asur, che verranno usate per le videochiamate coi pazienti tramite Skype e altre piattaforme web. Un’altra sim è stata donata a Nie wiem dal Luigi Giampaoletti, presidente dei soci Coop della provincia di Ancona, per creare una chat di gruppo per la condivisione di esperienze quotidiane e artistiche.
Di più. Gli utenti potranno fruire anche di un indirizzo e-mail (repartodaqui@gmail.com) al quale inviare poesie e brevi racconti. “La parola che cura” non è uno slogan. Lo sa bene Sarah di Piero, componente anche di “Reparto da qui”, che l’anno scorso ha firmato l’omonima raccolta di sue poesie pubblicata da Nie Wiem – Argolibri, versi in gran parte dedicati al suo vissuto di paziente psichiatrica. «Per esperienza personale mi rendo conto quanto sia dura stare lontano dal proprio terapeuta, soprattutto in questo periodo in cui siamo tutti costretti a stare a casa. Il disagio aumenta e la pratica della scrittura costituisce un fortissimo aiuto, dal punto di vista emotivo e del benessere mentale».

Emilia Alfonsi

«Abbiamo accettato volentieri la proposta di Nie Wiem e dell’ing. Sarah di Piero anche perché le regole restrittive imposte dalla pandemia da Covid 19 ci hanno imposto di ridimensionare l’ordinaria attività del CSM. – ha concluso la psichiatra Alfonsi – Abbiamo dovuto ridurre le visite al Centro solo a casi di estrema gravità, stoppare gli incontri di gruppo coni pazienti e quelli allargati anche a genitori e familiari, solo per fare alcuni esempi. Ma abbiamo risposto con una nostra piccola ma importate rivoluzione interna. Ci siamo dotati di strumenti informatici e siamo in grado di effettuare videochiamate con WhatsApp e, spero presto, potremo riprendere le attività di gruppo con una piattaforma web che ci fornirà l’Asur. Il nostro personale, tra cui anche educatori e infermieri, effettua visite a casa dei pazienti, anche per le terapie, e li fornisce, quando non li hanno, di smartphone per le già citate videochiamate al Csm» .

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