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Prima vendemmia post Covid,
prevista annata di qualità

AGRICOLTURA - Coldiretti stima che anche la quantità sarà in linea con quella di due anni fa. La presidente, Letizia Gardoni, chiede il voucher agricolo

vino-uva

 

Un’annata di qualità per le bottiglie della vendemmia 2020. A dirlo è Coldiretti Marche. Qualità e quantità «dovrebbero tornare in linea con la raccolta di due anni fa, dopo il lieve calo (circa 800mila ettolitri, -15%) della scorsa stagione». Primi movimenti in vigna previsti per dopo Ferragosto quando si inizieranno a raccogliere le basi spumante, poi, tra la prima e la seconda settimana di settembre via con i bianchi regionali come Bianchello del Metauro, Verdicchio, Colli Maceratesi, Pecorino e Passerina. Il calendario della vendemmia prevede anche, a seguire, tra settembre e ottobre, la raccolta delle grandi uve rosse Sangiovese e Montepulciano sugli oltre 17mila ettari del vigneto marchigiano. «Gli enologi stimano produzioni di alta qualità – dice Coldiretti – e diverse punte di eccellenza grazie a un andamento climatico che non ha esagerato con le temperature massime. Purtroppo le grandinate hanno creato ingenti danni, soprattutto in provincia di Fermo. Una produzione, quella marchigiana, che per oltre l’80% è destinata a Doc, Docg e Igt, vini a denominazione maggiormente distintivi del territorio che valgono, secondo l’ultimo report Ismea/Qualivita, ben 97 milioni di euro». «Non bisogna dimenticare tuttavia che questa sarà la prima vendemmia con le misure di sicurezza contro il contagio da Covid – sottolinea Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – con le conseguenti difficoltà di spostamento degli stagionali agricoli stranieri. Proprio per questo, in vista di un incremento del numero di contratti a tempo determinato per gli operai agricoli, stimato nelle Marche sopra il 40% a settembre rispetto agli altri mesi, torniamo a chiedere una semplificazione attraverso l’utilizzo del voucher agricolo». Preoccupa anche la tenuta dei mercati: Coldiretti sulla base dei dati Istat ha calcolato un calo di vendite di vino italiano all’estero attorno al 4% a causa delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza coronavirus mentre il rallentamento della domanda ha fatto registrare una flessione di circa il 5% sui prezzi all’ingrosso di bianchi e rossi marchigiani.    

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