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Celebrazioni del patrono d’Italia,
monito dell’arcivescovo alla politica:
«Più impegno per i terremotati»

SAN FRANCESCO - Messa ad Assisi, presenti il premier Conte, il governatore Acquaroli e 77 sindaci delle Marche. Ad accendere la lampada votiva la prima cittadina di Ancona Valeria Mancinelli, come presidente Anci. Monsignor Coccia ha parlato di sisma e covid: «Siamo una regione provata, affaticata, ma non piegata. La nostra gente ha dato prova di adattabilità, laboriosità, ma anche di una certa insofferenza, dovuta soprattutto a tanti ritardi»

L’accensione della lampada

 

Celebrazioni di San Francesco, è stata il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli a versare l’olio per l’accensione della lampada che veglia sulla tomba del patrono d’Italia ad Assisi. Il gesto simbolico, questa mattina, nel corso della solenne eucarestia nella basilica superiore del sacro convento dedicato al Poverello. A partecipare alla messa, anche il neo-governatore delle Marche Francesco Acquaroli e una delegazione composta da 77 sindaci, i rappresentanti delle cinque Province, dai rettori universitari, da autorità civili, militari e religiose (presente il prefetto di Ancona Antonio D’Acunto).

Il premier Conte in secondo piano

La santa messa, presieduta dall’arcivescovo di Pesaro Piero Coccia, ha visto la partecipazione del premier Giuseppe Conte. Dopo l’accensione, le parole di Mancinelli, in veste di presidente Anci Marche e dunque in rappresentanza di tutta la regione: «Con questo simbolico gesto – ha detto il primo cittadino dorico – esprimiamo l’amore che tutti gli italiani hanno per te (San Francesco, ndr) e imploriamo la tua costante protezione. Vigila Francesco, fratello santo, sul nostro popolo. Illumina i governanti, veglia sulle sorti dell’Italia, guarda con benevolenza la nostra regione Marche, rafforza i vincoli di unità, solidarietà e fraternità. Benedici tutti i lavoratori, dona loro e a tutte le famiglie prosperità e pace».  L’arcivescovo Coccia ha ricordato invece i flagelli del terremoto, del Coronavirus e i «tanti ritardi» sul fronte della ricostruzione.

L’arcivescovo Coccia

«La nostra regione – ha detto – giunge a questo appuntamento fortemente provata da due pesanti esperienze: quella del terremoto del 2016, che l’ha colpita materialmente e spiritualmente con oltre 50 vittime, e quella del Coronavirus che ha fatto registrare quasi mille decessi sul nostro territorio. Siamo una regione provata, affaticata, ma non piegata. La nostra gente ha dato prova di adattabilità, laboriosità, ma anche di una certa insofferenza, dovuta soprattutto a tanti ritardi, in particolare per la vicenda del terremoto. Come pastori condividiamo la vita reale, sentiamo di farci portavoce per chiedere alla politica e alle istituzioni un supplemento di impegno e di responsabilità». E ancora, basandosi sull’immagine di San Francesco che ricostruisce la vigna del Signore: «La vigna non include solo la Chiesa, ma anche quella parte di umanità segnata da discordia, fiducia, ingiustizia, sofferenza e a volte anche di disperazione. Spesso ci troviamo davanti società sfiduciata, anche noi nelle Marche ne sappiamo qualcosa: urge un’opera di ricostruzione sociale, economica, nelle Marche anche materiale, ma soprattutto spirituale ed etica nel segno della speranza». L’arcivescovo ha poi auspicato a un «cambio di cultura» perché quella dominante «sta generando varie forme di violenza, di ingiustizia, di mancato rispetto della vita, della natura e deprecabili forme di strumentalizzazione. Abbiamo bisogno di una cultura diversa, segnata dalla fraternità e dalla solidarietà. La comunità cristiana si renda conto di questa necessità e si renda protagonista di quella rivoluzione spirituale e culturale  iniziata da Gesù, testimoniata da francesco e insegnataci dalla Chiesa».

I saluti del presidente Acquaroli

Il neo-governatore delle Marche Francesco Acquaroli alla sua prima uscita istituzionale: «È un grande orgoglio, come prima uscita, essere qua per questo evento straordinario». L’accensione della lampada, a nome delle Regioni italiane, «è una grande responsabilità, una grande testimonianza. Racchiude anche un messaggio importante che bisogna testimoniare, per rilanciare i valori del francescanesimo, in questo momento così difficile a causa della crisi economica, della pandemia e della ricostruzione che lascia al di fuori delle proprie abitazioni ancora tante famiglie e intere comunità. Ad Assisi cogliamo lo stimolo a concretizzare il nostro impegno istituzionale per essere portatori dei valori su cui si fondano la nostra repubblica e la nostra democrazia». I 700 litri d’olio donati, oltre che per la lampada votive sono destinati alle associazioni caritative francescane e della diocesi di Assisi. Olio che è stato offerto dall’Associazione frantoiani delle Marche e da frantoi di Petritoli, Monteciccardo, Filottrano, Morro d’Alba, Sassocorvaro, Pesaro, Ancona. Successivamente il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte ha pronunciato il “Messaggio all’Italia” dalla Loggia del Sacro Convento. Sono seguiti i saluti del governatore Acquaroli e delle autorità ai fedeli, marchigiani e umbri, presenti sulla Piazza inferiore di San Francesco.

(fe.ser)

La lampada votiva

Celebrazioni di San Francesco, le Marche accendono la lampada Prima uscita istituzionale di Acquaroli

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