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Omicidio di Jesi, la perizia:
«Michel Santarelli
incapace di intendere e volere»

INDAGINE - A stabilirlo, la relazione del professor Renato Ariatti, chiamato dal gip a valutare al momento dei fatti contestati lo stato mentale del 25enne accusato di aver ucciso, la mattina del 3 luglio scorso, Fiorella Scarponi e ferito gravemente il marito Italo Giuliani. L'analisi ha stabilito anche la pericolosità sociale dell'indagato

Michel Santarelli

 

Michel Santarelli, al momento dell’aggressione ai danni di Fiorella Scarponi e Italo Giuliani, non era capace di intendere e di volere. A stabilirlo è la perizia psichiatrica firmata dal professore bolognese Renato Ariatti, chiamato dal gip a scandagliare la mente del 25 jesino accusato di essersi introdotto, la mattina del 3 luglio, in casa della famiglia Giuliani, in via Saveri. Fiorella (69 anni) è morta dopo essere stata colpita con un pezzo di vetro, suo marito Italo (74 anni) è sopravvissuto nonostante la criticità delle ferite. Nei confronti di Santarelli, arrestato nei minuti successivi al delitto dai carabinieri, la procura ha ipotizzato i reati di omicidio e tentato omicidio. Dopo la permanenza nel reparto psichiatrico del Carlo Urbani di Jesi, è stato trasferito in una Rems. Proprio da qui, a distanza (a causa delle norme Covid), ha interloquito con lo psichiatra Ariatti. Le conclusioni: il 25enne – già in precedenza conosciuto dal Dipartimento di Salute Mentale di Jesi e seguito da vari terapisti per i suoi disturbi – al momento dei fatti contestati era totalmente incapace di intendere e di volere, poichè «versava in uno stato di scompenso psicotico, con importante componente delirante/allucinatoria».

Italo Giuliani e Fiorella Scarponi

L’esperto ha anche stabilito la pericolosità sociale dell’indagato e la sua capacità di stare a giudizio. Per quanto riguarda la diagnosi, secondo la relazione di 41 pagine stilata da Ariatti, l’aggressione ai danni dei vicini di casa sarebbe avvenuta con la convinzione di Santarelli «di essere al centro di una complotto ordito contro di lui da una setta, in un pullulare di intuizioni e percezioni deliranti, che connotano la realtà esterna come minacciosa e foriera di incombenti pericoli per la sua vita». E ancora: lo psichiatra bolognese parla di «una psicosi delirante e allucinatoria cronica», influenzata anche dal «pregresso abuso di cannabis». L’omicidio e il tentato avevano preso corpo all’alba del 3 luglio scorso. Stando a quanto ricostruito dalla procura, il 25enne si era intrufolato a casa dei vicini, infrangendo una finestra. Con un pezzo di vetro, poi, aveva aggredito i due coniugi: lei era stata colpita alla gola. Il marito in varie parti del corpo. Era stato trasferito d’urgenza a Torrette. Santarelli è difeso dagli avvocati Vittoria Sassi e Mauro Buontempi. I familiari della vittima sono tutelati dal legale Marina Magistrelli che lo scorso mese ha anche presentato un esposto in procura, chiedendo agli inquirenti una «valutazione sulla eventuale sussistenza di profili penalmente rilevanti in primis in capo a chi aveva il dovere giuridico di vigilare, controllare e sorvegliare il Santarelli Michel nonché poi in capo a chi, per ragioni di servizio e/o di ufficio, aveva il dovere giuridico di compiere atti connessi a ragioni di sicurezza pubblica». L’esposto parlava dell’omicidio come di un «delitto annunciato».

(Fe.ser)

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