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«Presto test rapidi nelle farmacie
Prenotati frigoriferi per il vaccino»

CONSIGLIO REGIONALE - L'assessore Saltamartini ha assicurato che c'è un accordo per i tamponi antigenici e che la Regione ha prenotato dispositivi in grado di conservare a - 80 gradi il siero Pfizer-Biontech. Polemiche sui numeri delle terapie intensive e dei ricoverati in pronto soccorso e sulla nomina di Mario Becchetti, ex capo di gabinetto di Spacca, a segretario generale della giunta. Alta tensione e parole grosse su due mozioni: una contro la lettera di Filisetti (bocciata) e l'altra sul nuovo ospedale Marche Nord (approvata). Istituito il Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche

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Il Consiglio regionale

 

di Giovanni De Franceschi

Numeri di ricoveri e posti letto nelle terapie intensive, test rapidi nelle scuole e nelle farmacie, la nomina dell’ex capo di gabinetto delle due giunte Spacca Mario Becchetti a segretario generale della giunta. Ma due sono stati gli argomenti che hanno infiammato di più gli animi: il primo, la lettera inviata dal dirigente scolastico regionale Marco Ugo Filisetti agli studenti per il 4 novembre. Il secondo, la mozione presentata dalla grillina Marta Ruggeri sul nuovo ospedale Marche Nord di Pesaro, cui si chiedeva la revoca del procedimento di realizzazione e di finanziamento tramite project financing. La mozione è stata emendata e approvata con solo otto voti contrari e il dibattito ha scatenato un polverone, sono volate parola grosse, tanto che è stato necessario l’intervento del presidente del Consiglio Dino Latini per riportare tutti alla calma.  Ecco, in sintesi, il Consiglio regionale che è andato in scena oggi. Infine un’assicurazione data dall’assessore Filippo Saltamartini a margine dell’assise: la Regione ha prenotato frigoriferi in grado di conservare l’eventuale vaccino a -80 gradi, con riferimento implicito ad uno dei vaccini annunciati, quello Pfizer-BioNtech che richiede una conservazione a quella temperatura.

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Filippo Saltamartini

COVID – Si è iniziato con l’approvazione della delibera che ha istituito il Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche e le nomine di diversi componenti in alcuni enti e comitati. Del Comitato faranno parte i consiglieri Anna Menghi (Lega), Andrea Assenti (FdI), Jessica Marcozzi (FI) e Giacomo Rossi (Civici), per la maggioranza, Manuela Bora ed Anna Casini (Pd), Simona Lupini (M5S) e Luca Santarelli (Rinasci Marche), per le minoranze. Poi è partito il question time. I consiglieri Pd Antonio Mastrovincenzo, Manuela Bora, Fabrizio Cesetti, Romano Carancini, Micaela Vitri, Anna Casini e Maurizio Mangialardi hanno chiesto conto all’assessore alla Sanità Saltamartini del numero di posti letto di terapia intensiva disponibili e del perché sia calato il numero ufficiale dei ricoverati. In particolare i dem volevano sapere come mai Saltamartini avesse dichiarato nel Consiglio del 9 novembre che i posti erano 126 e che se ne sarebbero potuti attivare al massimo altri 20 entro fine anno e poi il 14 novembre ne ha annunciato 38 in più, cioè 168. Sempre il 14 novembre poi i ricoveri ufficiali sono passati da 633 a 558, perché nel conteggio non sono più stati calcolati i pazienti al pronto soccorso. Siccome questo è avvenuto all’indomani dell’inserimento delle Marche nella zona arancione e siccome quello dei ricoveri e delle terapie intensive erano due dei parametri che hanno pesato, il Pd ha chiesto lumi. «Per quanto riguarda i pazienti in pronto soccorso – ha detto Saltamartini – sono inseriti in una tabella a parte perché sono pazienti di cui non si conosce l’esito. Se e quando vengono ricoverati, vengono annotati tra i ricoveri. Quanto ai posti di terapia intensivi in Consiglio ho risposto in base agli atti della Regione, poi abbiamo aperto il Covid center di Civitanova e i posti sono aumentati». Per niente soddisfatto Mastrovincenzo: « In aula siamo stati accusati di non aver predisposto un numero adeguato di posti in terapia intensiva, ora questi  posti  sono stati trovati, è inspiegabile. Quanto al cambio di classificazione dei pazienti in pronto soccorso è molto sospetto che sia avvenuto all’indomani della zona arancione. Insomma credo che sui dati serva maggiore chiarezza, per ora non c’è, vengono modificati di giorno in giorno».

TEST RAPIDI – Biancani e Vitri hanno poi chiesto se la Regione avesse intenzione di utilizzare i tamponi antigenici per il personale scolastico e gli studenti. «Sì – ha risposto sempre Saltamartini – c’era già una circolare del ministero del 29 settembre prevedeva questo tipo impiego, l’Asur ha poi  dato disposizione con una nota del 30 settembre e ha assegnato alle Aree vaste una quantità idonea di presidi per la gestione cluster in ambito scolastico». Ma è proprio sulla quantità che ha replicato Biancani: «I tamponi antigenici non vengono utilizzati per tracciare eventuali positivi né per insegnanti né per studenti, che infatti vanno in quarantena. I tamponi forse ci sono ma sono insufficienti. Invito l’assessorato – ha concluso Biancani – ad accelerare da questo punto di vista per un tracciamento più veloce ed efficace». Sempre sui test rapidi e sulla possibilità di effettuarli nelle farmacie era incentrata la seconda interrogazione di Biancani e Vitri. «Il 17 ottobre c’è stato un incontro con le organizzazioni di categorie che ha dato esito positivo – ha detto l’assessore alla Sanità – ha dato esito positivo e si sta valutando da parte degli uffici un intervento per la protezione dati sensibili. Pertanto l’interesse della Regione affinché le farmacie possano eseguirli, e conseguentemente proporrò alla giunta un atto per far partire questi test in farmacia in tempi rapidi».

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Fabrizio Cesetti

CASO BECCHETTI – Sempre i dem Cesetti, Mangialardi, Carancini, Bora e Vitri hanno contestato la nomina di Mario Becchetti, ex capo di gabinetto delle due giunte Spacca a segretario generale della giunta regionale. Due i piani su cui muovono le contestazioni del Pd, uno politico («E’ stato indubbiamente una delle personalità più rilevanti dei governi Spacca e come tale forse il più influente nel delinearne le politiche fortemente criticate nel corso della X Legislatura dal gruppo consiliare della Lega che giunta al governo tutto sembra dimenticare») e uno tecnico («Il conferimento dell’incarico è intervenuto in aperta violazione della legge regionale 20/2001»). Insomma per il Pd sarebbe illegittimo perché Becchetti non aveva qualifiche da dirigente (necessaria per l’incarico) e perché c’erano già due dirigenti della Regione che avevano dato la propria disponibilità e il governatore non avrebbe motivato il perché non abbia «rinvenuto “la particolare e comprovata qualificazione professionale” in capo ai dirigenti che avevano manifestato interesse».

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Guido Castelli

Ha risposto Castelli, che scelto di soprassedere sull’aspetto politico e si è concentrato su quello tecnico: «Durante gli anni da capo di gabinetto – ha replicato l’assessore – per almeno un quinquennio Becchetti ha svolto funzioni dirigenziali del tutto paritarie ai dirigenti apicali della Regione, per cui è destituita di fondamento che non disponga dei requisiti». Dura la replica di Cesetti: «Castelli sa bene che tecnicamente in un’aula del tribunale la sua risposta sarebbe stata la confessione del reo. Becchetti in qualità di capo gabinetto non può aver svolto funzioni dirigenziali e se le ha svolte lo ho fatto impropriamente e illegittimamente anche allora, determinando un’indebita commistione tra controllo politico propria capo gabinetto e gestione amministrativa propria dei dirigenti. Per questo è aberrante quello che avete posto in essere, Castelli abbia il coraggio di convincere il presidente e la giunta a revocare la nomina, anche per non esporre l’ente a danni erariali ( i 200mila euro all’anno che costa l’incarico del segretario generale). Non vi darò tregua fin quando la nomina non verrà revocata, perché da una parte non si scorge motivazione per i quali sono stati scartati i due dirigenti della Regione, dall’altra si vede bene arbitrio della scelta».

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Manuela Bora

FILISETTI – «Il tono enfatico e i contenuti della lettera paiono ispirati a un elogio della guerra in quanto esempio virtuoso; del sacrificio di giovani vite nei teatri bellici; del conflitto armato come possibilità di “senso” esistenziale.  Il “rito dell’appello” cui il direttore dell’Usr fa riferimento con il richiamo al “presente!” scandito dai soldati nelle trincee della Grande Guerra fa parte della più tipica liturgia fascista». Questo il succo della mozione presentata dal Pd (dalla consigliera Manuale Bora in particolare) con cui si è chiesto al presidente e alla giunta da dissociarsi dalla lettera inviata per il 4 novembre agli studenti dal dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Marco Ugo Filisetti, che aveva già scatenato un vespaio. E che anche in Consiglio ha generato un accesso dibattito.

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Andrea Marini Antonini

A nome della Lega ha parlato Andrea Maria Antonini che ha citato due discorsi degli ex presidenti della Repubblica Sandro Pertini e Giorgio Napolitano. «Se la lettera è intrisa di enfasi e retorica – ha detto – la mozione del Pd è intrisa di ipocrisia, quindi se i colleghi Pd ci promettono che presenteranno una mozione di condanna per la retorica Napolitano e Pertini assicuriamo che le voteremo tutte, altrimenti noi della Lega respingiamo fermamente il maleodorante atto di ipocrisia e accogliamo con maggior benevolenza l’esercizio profumatissimo di quell’amor di patria, di quel sacro dovere di difendere la patria sancito dalla Costituzione che i presidenti Napolitano e Pertini hanno voluto così scolpire nelle memorie delle generazioni future». Ciccioli, capogruppo FdI: «Questa mozione è miope, distruttiva, disdicevole e becera. Vedere un Pd impantanarsi a questi livelli è una cosa che mi sorprende, il Pd non può scadere in questo tipo di battaglie. E’ vero che nella lettera c’era una carica emotiva molto forte, ma le sue parole non contengono niente di delittuoso».

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Romano Carancini

Jessica Marcozzi (Forza Italia): «Sento parlare di tipica liturgia fascista e mi chiedo se sia legittimo dare un’altra lettura: che non sia un appello ai giovani ad affrontare le difficoltà che oggi si presentano? Un invito passionale a non farsi scoraggiare dalle avversità? Certo che si ripudia la guerra, ma non si è forse esagerato a dare alla lettera connotazione fascista? In questo momento così delicato invito tutti a riflettere a ridimensionare le polemiche». Ancora più duro l’intervento di Mauro Lucentini (capogruppo Lega): «La guerra l’avete aperta voi del Pd, i più grandi guerrafondai dal dopoguerra ad oggi. Il rigurgito ce l’ho quando sento certe parole. Queste sono masturbazioni intellettuali». A sostenere la mozione sono intervenuti anche Mastrovincenzo, Mangialardi e Carancini: «Trovo un bestemmia il paragone tra il senso delle parole di Pertini e Napolitano e quelle Filisetti, i presidenti esaltavano le eroiche gesta di tanti valorosi giovani, non la guerra. In quella lettera c’è il rito della chiamata “presente” che era il rito dei fascisti che commemoravano i loro morti negli scontri, negare questo significava negare l’evidenza. Ciccioli sarebbe stato gradito dire: “io sono antifascista”, non ha avuto il coraggio di dirlo. La mozione non è inutile tanto che la maggior parte dei colleghi sono intervenuti». La mozione è stata respinta con 18 voti contrari, 11 favorevoli e 2 astenuti.

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