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Richieste di denaro
e fondi pubblici sottratti:
carabiniere condannato

ANCONA - Tre anni e dieci mesi per l'ex comandante della stazione delle Brecce Bianche Giovanni Barca. Doveva rispondere di peculato, truffa e accesso abusivo ai sistemi informatici. Preannunciato il ricorso in appello

Il tribunale di Ancona

 

Tre anni e dieci mesi di reclusione. E’ questa la condanna inflitta dal gup Francesca De Palma a Giovanni Barca, ex comandante della stazione dei carabinieri delle Brecce Bianche e poi operatore d’intelligence. Il maresciallo doveva rispondere di truffa, peculato e accesso abusivo ai sistemi informatici. Si procedeva con il rito abbreviato. A coordinare le indagini – che hanno analizzato fatti dal 2012 al 2017 – sono stati i militari della caserma comandata un tempo dallo stesso Barca. Per quanto riguarda l’accusa di peculato, stando alla procura il maresciallo si sarebbe appropriato indebitamente delle risorse che avrebbe dovuto utilizzare in maniera esclusiva per scopi lavorativi. I fondi sottratti, secondo i conti degli inquirenti, ammontano a poco meno di dieci mila euro. Stando alla procura, avrebbe anche usufruito delle banche dati ministeriali (l’accesso è consentito agli operatori delle forze dell’ordine) per interessi privati e non riconducibili all’attività lavorativa. E poi, la truffa consumata: l’ipotesi degli inquirenti è che Barca possa aver utilizzato le informazioni estrapolate dai database per avvicinarsi a un imprenditore alle prese con problemi giudiziari. Gli avrebbe chiesto poche migliaia di euro per ottenere il suo appoggio e cercare di aggiustare le cose. I difensori del militare (avvocati Marasca e Paci) hanno già preannunciato il ricorso in appello e si sono detti stupiti della condanna, soprattutto in merito alla gestione dei fondi che «non erano nella disponibilità di Barca ma in quella della struttura operativa nel suo complesso, tanto che sono state svolte indagini al riguardo da parte della Procura che non hanno però conseguito alcun risultato. A seguito della decisione del gup si chiederà ulteriore approfondimento istruttorio che non ha trovato nessun ingresso in questo procedimento, nonostante esplicite richieste in tal senso. Gli accessi alla banca dati riguardavano notizie relative ai collaboratori e rientravano nella sfera di attività di Barca. Ovviamente, si proporrà una rilettura in appello della questione sulla base delle motivazioni che saranno poste a fondamento della sentenza».

(Redazione CA)

Soldi pubblici sottratti e richieste di bustarelle: nuovi guai per un maresciallo dei carabinieri

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