di Federica Nardi
Dietro una porta l’ultima libreria indipendente della città e in quella accanto ricercatissimo rum, cioccolato prodotto in modo completamente etico, stencil art, libri di fotografia. C’è anche un divano da sei posti proprio in mezzo alla stanza. “Ma che cos’è questo posto?” ci si può chiedere percorrendo i portici di piazza Cavour. Lì dove pochi mesi fa ha chiuso l’ennesima attività – un negozio di abbigliamento – che non ha superato la crisi pandemica, da giovedì ha aperto i battenti Fàgola, succursale ma non troppo (sono divise solo da un muro) di Fogola, storica libreria di Ancona.
La genesi di tutto questo è doppia, o meglio ci sono un inizio e una rinascita. L’inizio è 123 anni fa (precisamente nel 1898) quando il signor Giuseppe Fogola decide di trovare uno spazio definitivo alla sua attività di rivenditore. La rinascita è datata invece parecchio dopo, nel 2017: l’attività infatti fallisce e chiude. Ma a sorpresa i dipendenti riescono a rilevarla, solo che gli spazi storici ormai sono occupati e quindi si accontentano della porta accanto. E poi atto terzo: il negozio di abbigliamento che “occupava’” i locali originari se ne va. «Non potevamo lasciarci sfuggire questa occasione», spiega Simona Rossi. E’ lei una delle deus ex machina di questo piccolo miracolo di imprenditoria, arte e rivincita sociale (la storia dei dipendenti che diventano capi di loro stessi sembra scritta apposta per il primo maggio), e che ha saputo alla fine coniugare la sua grandissima passione per le storie con la sua esperienza nel mondo del teatro, creando un posto dove le persone possono semplicemente «godersi un po’ la vita».
Da qui il maxi divano che è un invito a restare, sfogliare, assaggiare. «Ho capito subito che la cioccolata era una questione di storie, come la narrativa – racconta Rossi, proprio accanto a uno degli stand che ospitano quasi come in una mostra, le barrette provenienti da tutta Europa -. Qualche anno fa non era possibile produrre cioccolato “dal seme alla barretta”, perché delle sette fasi necessarie alla produzione, la maggior parte era tecnicamente impossibile da replicare su piccola scala. Ma la tecnologia è cambiata e tante aziende hanno intrapreso questa strada, strappando i coltivatori a condizioni economiche inique».
Si possono degustare anche tè e rum, che trovano una scenografia ideale sia sul grande tavolo che accoglie i visitatori all’ingresso, sia su alcune mensole e scaffali che punteggiano le pareti, vere e proprie opere d’arte murarie a cura dell’artista Carlo “Cowarte” Carloni. Osimano, il suo incontro con Simona Rossi è stato fortuito quanto eccezionale per la nascita di Fàgola. «Ci siamo incontrati per un progetto editoriale – spiega Rossi -, e alla fine l’intesa era così forte che gli ho detto: posso raccontarti di un’idea che ho?». Da qui prendono vita le opere d’arte che campeggiano sulle arcate del locale, due in tutto più altrettante pareti intere decorate con figure femminili variegate, immagini eleganti e potenti. Una però tra poco sarà letteralmente demolita o almeno la speranza dei titolari è questa.
«Vedi quella parete? – dice Rossi indicando il fondale del grande divano, dove i visitatori scrivono con la penna le loro firme -. Stiamo chiedendo il permesso di abbatterla per riunirci ai locali della libreria». Ma non sarà una “semplice” demolizione. «Divideremo la parete in pezzi uguali, che ognuno potrà acquistare. Con quei soldi vogliamo regalare qualcosa alla città di Ancona», conclude Rossi.
Giovedì è andata a trovare questa nuova veste della storia ultracentenaria di Fogola anche la sindaca Valeria Mancinelli: «In tempi come questi, le belle storie sono indispensabili. Per fortuna ne abbiamo. Questa riguarda i giovani della libreria Fogola, che già anni fa riscaldarono il cuore della città riaprendo la storica libreria indipendente cittadina dopo una chiusura dolorosa. Durante la pandemia, Simona Rossi di Fogola è stata un angelo dei libri, ha recapitato pacchi e pacchetti in tutto il territorio senza sosta, e ha ricevuto in cambio grande affetto. Questo affetto lo reinveste, non lo tiene per sé: apre Fàgola, uno spazio di libri ma non solo, dove, come mi racconta lei, le persone si possono incontrare, e possono nascere cose. Bene! In bocca al lupo a queste persone, che rendono la città migliore con la loro intraprendenza».
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