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Commercio, nuova legge quadro
«Semplificazione delle procedure
e sostegno per la creazione di altre realtà»

APPROVATA dal Consiglio regionale all'unanimità, il vicepresidente Carloni: «Valorizza i negozi di prossimità e i centri commerciali naturali, restituisce un ruolo programmatorio ai Comuni e promuove una lotta all’abusivismo»

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Mirco Carloni, vice presidente della Regione Marche

 

Un quadro normativo unico, organico, che allinea tutte le disposizioni statali e regionali emanate, spesso tra loro non correlate. È la nuova legge regionale sul commercio, a iniziativa della Giunta, approvata all’unanimità dall’Assemblea legislativa. Un “codice” di riferimento per il settore (8 capitoli, 140 articoli), che delegifera il comparto per lasciare spazio ai regolamenti attuativi di programmazione, nell’ottica di semplificazione e trasparenza. A distanza di dodici anni dalla legge regionale 27/2009, «era indispensabile intervenire con nuovi e moderni strumenti operativi, più rispondenti alle esigenze della distribuzione moderna, più vicini alle esigenze dei consumatori e rispettosi alle tradizioni del commercio marchigiano», ha evidenziato il vicepresidente Mirco Carloni. Questa legge quadro, ha rimarcato, «era necessaria ed è importante, perché prevede una grande semplificazione delle procedure amministrative, genererà un sostegno concreto alla creazione di nuove realtà commerciali, valorizza i negozi di prossimità e i centri commerciali naturali, restituisce un ruolo programmatorio ai Comuni e promuove una lotta all’abusivismo». Carloni ha evidenziato la grande condivisione raggiunta dall’Aula: «Nelle leggi economiche è fondamentale trovare un accordo tra le varie sensibilità politiche. È un segnale positivo per la comunità produttiva regionale, perché gli operatori economici, in questo momento, hanno bisogno di sentire le istituzioni vicine». La legge aggiorna e sostituisce le disposizioni di settore, garantendo un contesto normativo più adeguato allo sviluppo aziendale. Una razionalizzazione normativa a beneficio di un comparto produttivo che rappresenta il 24% del Pil regionale. Il testo disciplina tutte le tipologie commerciali esistenti: al dettaglio e all’ingrosso in sede fissa, su aree pubbliche, la vendita della stampa quotidiana e periodica, la somministrazione di alimenti e bevande, la distribuzione dei carburanti sia stradale che autostradale, le forme speciali di commercio al dettaglio, i centri di telefonia in sede fissa. I regolamenti attuativi risulteranno gli strumenti operativi della legge a cui i Comuni si atterranno per la programmazione del loro territorio. Le linee guida saranno la semplificazione e l’innovazione tecnologica degli adempimenti amministrativi, la modernizzazione della rete distributiva, la salvaguardia dei servizi commerciali essenziali, la riqualificazione di centri storici. Tra le innovazioni introdotte figurano un ruolo più rilevante per la programmazione comunale e provinciale, il coinvolgimento dell’associazionismo e delle Camere di commercio, l’estensione dei corsi professionali. Quest’ultima per evitare, soprattutto ai giovani, l’entrata nel mondo commerciale come “ultima spiaggia” occupazionale, senza le conoscenze basilari per intraprenderne l’attività. Sono infine previste misure per garantire la sostenibilità sociale, economica e territoriale degli insediamenti di grande strutture di vendita. Di rilievo gli articoli 4 sulla lotta all’abusivismo commerciale e l’articolo 5 sul rispetto dei contratti di lavoro per la tutela le condizioni lavorative e delle pari opportunità.

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