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Jesi, annunciata la chiusura
dello stabilimento Caterpillar
«Scelta inaccettabile»

LAVORO - Lo hanno fatto sapere i sindacati dopo un incontro con la dirigenza della sede di via Roncaglia. A rischio quasi 300 lavoratori. Proclamato lo stato di agitazione. Fim, Fiom e Uilm: «L'azienda non ha problemi finanziari, con bilanci in utile. Decisione incomprensibile». Il sindaco Bacci: «Un pugno nello stomaco a centinaia di famiglie»

La sede della Caterpillar di Jesi

 

Il sito di Jesi della Caterpillar chiuderà. Ad annunciarlo sono stati i sindacati dopo un incontro avuto in Confindustria con i dirigenti dello stabilimento di via Roncaglia. A rischio quasi 300 dipendenti della multinazionale americana che produce cilindri per macchine adibite alla movimentazione terra. «Un fulmine a ciel sereno. Ci ha detto (il direttore dello stabilimento, ndr) che il 2 dicembre il Cda ha deciso la cessazione totale dell’attività del sito di Jesi – ha spiegato all’Ansa Tiziano Beldomenico, Fiom Marche -, in cui lavorano 260-270 lavoratori, compresi gli interinali. A quel punto non abbiamo chiesto ulteriori chiarimenti, ma abbiamo lasciato il tavolo. Ora andiamo a parlare con i lavoratori». Questi ultimi si sono già mobilitati, formando un presidio davanti all’ingresso dello stabilimento jesino.

I sindacati di Fim, Fiom e Uilm ritengono «assolutamente inaccettabile quanto comunicato in data odierna dalla direzione aziendale. Chiudere lo stabilimento di Jesi non può essere la soluzione a problematiche da noi incomprensibili. Attualmente la Caterpillar lavora a pieno regime su 3 turni anche con richiesta di straordinari e non ha problemi finanziari, con bilanci in utile. In azienda lavorano circa 260 dipendenti di cui 60 interinali e un numero rilevante di lavoratori nelle ditte collegate all’indotto. Negli ultimi incontri si era parlato di un aumento dei volumi con la possibilità di assunzioni e stabilizzazioni. La situazione sopra descritta non lasciava presagire una decisione così estrema e traumatica con pesanti ricadute su un territorio già gravemente colpito da altre crisi. Le OO.SS. e la RSU hanno immediatamente proclamato lo stato di agitazione con presidio in sciopero del sito produttivo. Lunedì si svolgerà una Assemblea Sindacale dove insieme ai lavoratori decideremo le prossime iniziative da mettere in atto per la difesa del sito produttivo jesino. E’ fondamentale che le istituzioni territoriali si attivino immediatamente per sostenere l’azione sindacale e dei lavoratori, aprendo dei tavoli bilaterali in modo da forzare l’azienda nel recedere da questa scellerata decisione».

Il sindaco Massimo Bacci

Per il sindaco di Jesi Massimo Bacci, la scelta di chiudere la sede «è incomprensibile, un pugno nello stomaco a centinaia di famiglie ed a questo nostro territorio. La comunità di Jesi non può far passare sotto silenzio la gravissima decisione unilaterale di Caterpillar e si attiverà anzi fin da subito con le organizzazioni sindacali per aprire immediatamente un tavolo in Regione e uno al Ministero con il quale costringere la proprietà ad assumersi tutte le proprie responsabilità che non possono ricadere sulle spalle dei lavoratori. Lo stabilimento di Jesi  è da sempre considerato un fiore all’occhiello del gruppo Caterpillar, dove vi è una organizzazione e uno studio dei processi produttivi assolutamente all’avanguardia, che ho anche avuto modo di verificare di persona, con lavoratrici e lavoratori di grandi capacità e di marcata professionalità: un’azienda a pieno titolo perfettamente integrata nel nostro territorio, anche avvalendosi di un importante indotto.
Non può essere la semplice logica dei costi, che altrove sarebbero inferiori, a giustificare così all’improvviso la scelta di chiusura, tanto più che è assodato che inseguire il solo guadagno non ha mai ripagato nessuna strategia industriale.
Le modalità poi con cui è stata data questa notizia ai lavoratori, alla vigilia di Natale, appare di una scorrettezza inaudita e poco rispettosa di una comunità che ha accolto tanti anni fa Caterpillar e che ha permesso a questa azienda, attraverso il know how, le competenze e la dedizione al lavoro di centinaia di dipendenti di raggiungere importanti traguardi industriali. Per questo nel respingere con forza la comunicazione di chiusura, nell’esprimere piena solidarietà e vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori, ci attiveremo con tutti i mezzi e su tutti i fronti per costringere l’azienda a recedere da questa posizione unilaterale e ad avviare un confronto serio, concreto, con la parte sindacale ed istituzionale, per pretendere il ritiro del piano e l’annuncio di precise strategie industriali dove la componente umana non può essere in alcun modo posta come merce di scambio».

«Un bruttissimo colpo per il territorio, per tutto l’indotto e soprattutto per le famiglie di circa 300 persone che dopo la pandemia si ritrovano con questo bel regalo di Natale – ha fatto sapere la Sinistra Italia Marche -. 
Tutta la nostra solidarietà e vicinanza ai lavoratori ed alle lavoratrici, anche a fronte di un metodo assolutamente irrispettoso dei diritti e della dignità delle persone che per vivere devono lavorare. Nessuna trattativa, nessun preavviso, solo la gelida comunicazione improvvisa di una decisione già presa altrove, ma sulla vita delle persone.
Come Sinistra Italiana Marche saremo in piazza il 16 dicembre a sostegno dello sciopero generale e siamo al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici della Caterpillar di Jesi, delle organizzazioni sindacali e delle azioni di protesta e di lotta che verranno messe in campo».

La consigliera regionale del Pd Manuela Bora: «È una tragedia immensa che Caterpillar chiuda lo storico stabilimento di Jesi. Non consentiremo che 270 lavoratori perdano il loro posto posto di lavoro. Non accetteremo di perdere un altro pezzo importante della nostra storia e della nostra economia. Il Pd Jesi si è già mobilitato al fianco dei lavoratori. La Regione Marche lo faccia immediatamente».

(ultimo aggiornamento alle 18)

 

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