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«Nelle Marche 1.200 profughi ucraini,
quasi la metà sono bambini»

GUERRA - Il punto dell'assessore regionale Aguzzi, sui dati forniti dalle questure marchigiane: «In 700 sono stati sottoposti a tampone, 8 i positivi. Ci aspettiamo un flusso di arrivi più massiccio, accordo con Federalberghi per garantire 50 posti letto in ogni provincia»

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Profughi ucraini

 

«Sono 1.200 i profughi ucraini giunti nelle Marche». Lo fa sapere l’assessore regionale alla Protezione civile, Stefano Aguzzi, fornendo il dato all’11 marzo, in base agli arrivi comunicati alle Questure marchigiane. «Circa 700 profughi sono stati già sottoposti a test per valutare l’eventuale positività al Covid – aggiunge – e di questi 8 sono risultati positivi al virus ed ora sono in isolamento nelle abitazioni dove sono stati accolti: tre le persone risultate vaccinate contro il Covid. Circa la metà dei profughi giunti nelle Marche sono bambini. Non c’è stata ancora necessità di accogliere i postivi nel Covid Hotel».

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L’assessore Stefano Aguzzi

Ad oggi, aggiunge Aguzzi «i profughi sono giunti nelle Marche in maniera autonoma, con auto, treni, pullman e, nei giorni scorsi, anche con un aereo, ma, tranne qualche caso sporadico, sanno tutti dove andare, accolti da familiari, amici, e anche da alcune parrocchie. Però ci aspettiamo un flusso più massiccio di arrivi, per questo lunedì verrà sottoscritto l’accordo con la Federazione degli albergatori marchigiani per avere a disposizione già dai prossimi giorni circa 50 posti letto in ogni provincia per eventuali arrivi coordinati tramite le Prefetture marchigiane e la Protezione civile. Stiamo ricevendo numerose segnalazioni da parte di famiglie che hanno accolto i profughi ucraini – conclude alcuni chiedono se possono usufruire di contributi per l’accoglienza, ma al momento non sono previsti a livello nazionale né comunitario. Non è escluso però che nelle prossime settimane qualche profugo possa essere preso in carico dalla Protezione civile e dalle Prefetture se chi ha fornito l’ospitalità (parrocchie, familiari e conoscenti) non è più in grado di sostenere i costi».

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