Prende un taxi da Civitanova a Jesi con un’amica, rassicurando il tassista che la corsa sarebbe stata pagata dalla zia che l’attendeva al capolinea dei bus. Quando il mezzo è arrivato nella città di Federico II, però, nessuno ha saldato il conto e dopo mesi di vani solleciti, all’austita non è rimasto che sporgere denuncia. Nella giornata di ieri, al termine dell’attività investigativa, il personale delle Volanti del Commissariato di Jesi ha denunciato in stato di libertà una 22enne per il reato di insolvenza fraudolenta. La vicenda è maturata a febbraio. Il tassista di Porto Recanati in possesso di regolare licenza, mentre era in servizio, era stato contattato sul suo cellulare da un’utente per un trasporto da Civitanova a Jesi.
Richiesta la somma di 160 euro, la richiedente, che viaggiava insieme ad un’amica di nazionalità cubana, aveva ribattuto di non avere con sé i soldi ma che all’arrivo a Jesi la zia che l’attendeva gli avrebbe consegnato la somma. All’arrivo alla stazione dei pullman, la donna cubana accusava un malore allontanandosi subito mentre la ragazza che aveva richiesto il servizio taxi, dopo vari tentativi di chiamata della presunta zia, rassicurava il tassista d’essere una persona seria e che gli avrebbe dato quanto spettante esibendogli la carta d’identità coi suoi dati anagrafici.
Il tassista, pertanto, inviava all’utenza del cellulare della donna il buono di pagamento di 160 euro con l’intesa che, una volta giunta in casa, la stessa avrebbe provveduto. Nei giorni a seguire, tuttavia, la donna risultava irreperibile. Gli accertamenti espletati sulla veridicità dei dati anagrafici e l’individuazione fotografica operata dalla vittima, permettevano di individuare la donna e deferirla in stato di libertà all’autorità competente per insolvenza fraudolenta.
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