«In questi giorni si è aperto un dibattito sul progetto della ‘Grande Ancona’, ossia di un’area metropolitana per una crescita della città capoluogo e del territorio circostante, ma soprattutto della necessità di operare in sinergia tra enti locali. Benissimo. Credo però delle riflessioni vadano rivolte oltre che ai territori e alle popolazioni che gravitano sulla costa, anche alle aree interne che non possono essere abbandonate a se stesse ma che vanno sostenute ed aiutate in un percorso virtuoso di consolidamento dei servizi offerti alle comunità di riferimento». Il presidente della Provincia di Ancona, Daniele Carnevali entra nel dibattito sul progetto di città metropolitana per il capoluogo dorico ma porta l’attenzione anche sulle aree al di fuori della costa adriatica per tenere alta l’attenzione «su porzioni di territorio che soffrono e che vanno inserite – sottolinea in una nota Carnevali «all’interno di un percorso che possa contribuire ad eroderne le difficoltà storiche e a puntare invece sui loro fattori di crescita, ottimizzandoli e armonizzandoli».
Un progetto quindi che parte da Ancona ma che non può essere limitato come sviluppo complessivo della nostra provincia rispetto alla possibilità di creare ad una significativa unione di intenti per i territori dell’entroterra, affinché non siano abbandonati ma possano costituire un’ossatura anch’essi per il rilancio della regione. «E su questo punto – riprende Carnevali – oltre alle comunità montane, si possono creare aggregazioni tra le città dell’Appennino? Può essere la stessa Provincia, rinnovata nelle sue funzioni, quale ente di area vasta a contribuire in qualche misura a generare sinergie? Può essere la valorizzazione di alcuni aspetti propri dell’ente provincia a favorire questa condivisione di servizi e di progetti? Personalmente credo che essa, se rafforzata nelle sue funzioni fondamentali ante Riforma Del Rio, possa essere un punto di riferimento per amalgamare gli sforzi e le iniziative che provengano dal territorio, contribuendo a formare comunità condivise e unione di forze per una crescita che sia complessiva del territorio provinciale e quindi delle stesse Marche» conclude Carnevali.
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