Marco Bruschini lascia l’Atim, dal 15 luglio andrà a occupare un posto di dirigente al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste guidato da Francesco Lollobrigida. Il tanto discusso dg dell’Agenzia regionale per il turismo e l’internazionalizzazione ha vinto l’interpello, pubblicato dal dicastero lo scorso 23 maggio, per la posizione vacante dell’incarico dirigenziale non generale di direttore dell’Ufficio Agebil III (leggi Affari generali e del bilancio) per la promozione, comunicazione e valorizzazione.
Si potrebbe parlare di un amore mai veramente sbocciato quello tra Bruschini e le Marche. Era a arrivato, con un curriculum da top player e una sponsorizzazione importante (quella del deputato Gianluca Caramanna, allora consulente del governatore Francesco Acquaroli in materia di turismo e responsabile del dipartimento turismo di Fratelli d’Italia), a luglio 2022. Scelto tra oltre 20 profili, Acquaroli gli aveva affidato la guida della neonata Atim, l’agenzia fortemente voluta proprio dal presidente per rilanciare il brand Marche. Con un compenso di tutto rispetto: 115mila euro circa l’anno, più il premio di risultato. Ma al secondo anno alla guida dell’Atim Bruschini non è arrivato e a dire il vero, neanche l’Atim sembra aver lasciato finora tracce importanti della sua attività. Tanto che il Pd è arrivato a proporre una legge per sopprimerla.
Sembra evidente che a incrinare il rapporto – fino a renderlo del tutto irrecuperabile – tra Bruschini e la Regione sia stato il caso Aeroitalia. E soprattutto quel contratto di marketing da 750mila euro che l’Atim aveva siglato con la compagnia area che fino al 31 marzo scorso operava i voli di continuità territoriale. Un contratto che è diventato materia da tribunali con accuse reciproche tra Aeroitalia e Atim. Da un parte la compagnia area ha accusato l’agenzia marchigiana di non aver pagato quanto pattuito, cioè la prima delle tre rate da 250mila euro, e ha annunciato la volontà di chiedere 25 milioni di euro di danni. Dall’altra l’accusa a Aeroitalia è di non aver presentato un piano di marketing adeguato ai 750mila euro pattuiti. Prima, in mezzo e a seguire tutto il caos generato dalla cancellazione dei voli e dalla necessità di trovare subito un nuovo vettore, dalle polemiche che in ogni caso hanno messo in cattiva luce le Marche e dagli attacchi che la Regione si è trovata a dover parare volente o nolente. Insomma, un caso che non poteva non avere conseguenze. D’altronde lo stesso Bruschini era stato quasi profetico. «Io capisco che Bruschini – aveva detto parlando di sé in terza persona nel rispondere agli attacchi delle opposizioni – sia venuto a rompere equilibri quarantennali, ma ci sono cicli che si aprono e si chiudono». E quello di Bruschini nelle Marche si è senza dubbio chiuso.
Ora però bisognerà trovare al più presto un sostituto. E ridare nuovo slancio a quell’agenzia che nelle intenzioni iniziali doveva essere la punta di diamante della promozione turistica della regione.
(Redazione Cm)
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