«Oggi stesso (ieri per chi legge, ndr) ho scritto al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli in merito alla vicenda della licenza d’uso del marchio “Fabriano” concessa a terzi da parte di Fedrigoni Group. Ho chiesto che questa operazione meramente commerciale, che avviene a seguito della chiusura della società del gruppo Giano 1264 che a Fabriano produceva fino a tre mesi fa lo stesso prodotto con lo storico marchio “Fabriano”, venga impedita e che il tavolo ministeriale che ha condotto le trattative fino all’accordo firmato in sede regionale, venga riconvocato». Il sindaco di Fabriano, Daniela Ghergo non ci sta ed è prointa nche ad adire le vie legali per fermare l’operazione della cessione del marchio Fabriano Copy1 e 2 a una azienda tedesca con produzione in Germania (che il gruppo Fedrigoni però smentisce).
«Siamo, infatti, al di fuori di ogni accordo preso in sede di confronto ministeriale e su questo chiediamo precise garanzie, perché chiudendo la società Giano 1264 è stato messo in discussione il futuro di 195 lavoratori e di un intero territorio e non possiamo consentire che la carta che fino a ieri si produceva a Fabriano, e che Fedrigoni ha cessato di produrre dichiarandola priva di margini di profitto e quindi antieconomica, venga ora prodotta, su richiesta della stessa Fedrigoni, da altre società straniere con lo stesso nome e lo stesso marchio.- prosegue la nota di Ghergo – Ho chiesto, inoltre, che si tuteli il Made in Italy e si impedisca un uso speculativo del marchio Fabriano che non può essere scisso dalla produzione nella città di cui si fregia di portare il nome, ricercando tutte le possibili soluzioni affinché la produzione torni a Fabriano riavviando la storica macchina industriale F3. Fin dall’inizio della vicenda Giano, nell’ottobre scorso, abbiamo fatto presente al management Fedrigoni che non avremmo accettato operazioni speculative sul nome e sull’uso del marchio “Fabriano”. Gli sviluppi successivi sono andati in altra direzione, fino alle notizie di ieri sull’accordo con Jacob Jurgensen e la sua controllata Paperfast».
La prima cittadina di Fabriano non usa giri di parole. «Deve essere chiaro che difenderemo il nome della nostra città e impediremo il suo sfruttamento per produzioni che utilizzino la denominazione Fabriano a fini commerciali come marchio di carte prodotte in altri territori, addirittura all’estero. La carta e Fabriano sono un’unica identità. – conclude il comunicato – Per tale ragione ho già conferito mandato legale al fine di valutare ogni azione esperibile per tutelare e difendere il nome di Fabriano e la dignità di una produzione secolare simbolo del Made in Italy, che non può essere svilita da logiche di profitto puramente commerciali che nulla hanno a che vedere con la nostra storia e la nostra tradizione».
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