David Monticelli in marcia
dal Cairo a Gaza con l’incognita rimpatri:
«Nessuna ideologia, solo umanità»

MISSIONE DI PACE – L’osimano, referente del Fronte del Dissenso per le Marche e tra i promotori del coordinamento Amicizia Italia-Palestina è atterrato oggi pomeriggio in Egitto per partecipare alla “Global March to Gaza” in programma per domani ma le autorità egiziane già da questa mattina hanno cominciato a bloccare diversi partecipanti alla mobilitazione non violenta. Con lui ci sono anche Silvia Severini di Ancona e Roberto Sposetti di Maiolati Spontini. «Sono qui perché da 20 mesi, quando metto a letto mio figlio e lo contemplo mentre dorme, mi appaiono davanti le immagini dei bambini di Gaza, bambini della sua stessa età, e non riesco a sopportarle»

David Monticelli

 

E’ atterrato all’aeroporto della capitale dell’Egitto oggi pomeriggio, intorno alle 18.15 (ora italiana 17.15) l’osimano David Monticelli, referente del Fronte del Dissenso per le Marche. E’ pronto a partecipare con più di 5mila pacifisti provenienti da 54 paesi del mondo e con 20 europarlamentari alla “Global March to Gaza” in programma per domani, 13 giugno, proprio al Cairo. Non senza difficoltà però: le notizie diffuse oggi al suo arrivo all’aeroporto di Fiumicino non sono state confortanti. Le autorità egiziane già da questa mattina hanno cominciato a bloccare e rimpatriare diversi partecipanti alla mobilitazione nonviolenta, tra i quali anche italiani, alcuni raggiunti in albergo al Cairo. «Una situazione inaspettata perché le interlocuzioni con le autorità egiziane erano state positive fino a ieri. Sembra che non sarà concessa l’autorizzazione per svolgere la marcia» racconta a telefono. Monticelli è comunque salito sull’aereo e si è assunto il rischio di raggiungere la delegazione che si trova già in Egitto. Insieme a lui ci sono altri due attivisti della nostra provincia, Silvia Severini di Ancona e Roberto Sposetti di Maiolati Spontini.

La marcia, che potrebbe quindi essere bloccata,  si propone di raggiungere il valico di Rafah in protesta contro il genocidio in corso e per chiedere l’apertura della frontiera e il passaggio degli aiuti umanitari. Il programma, se diventerà realtà, prevede 4 giorni di cammino con riposi in tenda. Monticelli, ex consigliere comunale di Osimo è anche uno dei promotori del coordinamento Amicizia Italia-Palestina che fin dall’autunno del 2023 si è mobilitato nei nostri territori contro il genocidio, ha deciso di partecipare al “Global March to Gaza”, movimento pacifico, apartitico e nonviolento di persone di Paesi e culture diverse, unite dall’intento di portare la voce della gente comune in prima linea, «perché la voce dei popoli è stata silenziata per troppo tempo da governi, istituzioni e mass media. – spiega – Si tratta di una marcia globale in solidarietà con il popolo palestinese che vedrà migliaia di persone provenienti da 54 Paesi camminare per 50 km fino alle porte di Gaza, nel tentativo di rompere l’assedio imposto illegalmente dall’esercito israeliano».

«Partecipo alla marcia per dare un esempio, per portare una testimonianza alla mia città, Osimo, ma anche e soprattutto per mostrare una strada ai giovani e alle future generazioni, fatta di coerenza e di coraggio. – ha spiegato prima dell’imbarco David Monticelli – Porto con me le paure e i timori che ognuno di noi proverebbe al mio posto, ma il coraggio non è non averne: è affrontarli consapevolmente perché stiamo perseguendo una giusta causa. Da 20 mesi, quando metto a letto mio figlio e lo contemplo mentre dorme, mi appaiono davanti le immagini dei bambini di Gaza, bambini della sua stessa età, e non riesco a sopportarle. Ho deciso di partecipare alla marcia soprattutto per questo: per essere il più vicino possibile, fisicamente e col cuore, a quei bambini e per dare a lui, anche se in tenera età, un messaggio di amore e di solidarietà che lo ispiri per gli anni a venire».

Monticelli ritiene che il genocidio in corso a Gaza «che sta marcando il destino del coraggioso e disperato popolo palestinese, sarà indubbiamente ricordato nella Storia come la pietra angolare della nostra epoca. Ognuno di noi, prima o poi, sarà chiamato dalla propria coscienza e dalla Storia stessa a prendere posizione. Non si tratta di ideologia, né di politica, né di religione: si tratta di umanità. Si tratta di decidere se schierarsi in difesa della vita e di ciò che è umano, oppure se fare finta di niente e voltarsi dall’altra parte. Si tratta di scegliere se battersi per quei principi alla base della convivenza pacifica tra i popoli disciplinata dal diritto internazionale, (da sempre ignorato e calpestato da Israele nella sua aggressione colonialista e razzista contro i palestinesi), oppure se lasciare che la disumanità e la bruta sopraffazione del genocidio di cui tutti i giorni ci arrivano immagini terrificanti in diretta sui nostri cellulari, diventi la nuova regola e la nuova normalità» sottolinea.

(Redazione CA)

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