Non è stata autorizzata la ‘Global March to Gaza’. In un clima di tensione internazionale alimentato in queste ore anche dall’attacco di Israele ai siti nucleari dell’Iran, restano per ora in Egitto l’osimano David Monticelli, l’anconetana Silvia Severini e il maiolatese Roberto Solazzi. I tre attivisti marchigiani non sono tra gli italiani bloccati all’aeroporto del Cairo subito dopo il loro arrivo ma ritengono che la loro missione sia ormai conclusa. «Stamattina abbiamo svolto una riunione con una trentina di italiani che si erano dati appuntamento per fare il punto della situazione in uno degli alloggi nei quali siamo stati distribuiti. – racconta Monticelli, , ex consigliere comunale di Osimo, referente del Fronte del Dissenso per le Marche, è anche uno dei promotori del coordinamento Amicizia Italia-Palestina – La situazione, certo, è tesa e da quello che abbiamo capito contattando anche le altre delegazioni via social, c’è stato un cambiamento di orientamento. Il governo egiziano non ha autorizzato la marcia del nostro movimento pacifico, non violento e siccome il nostro codice etico parte dal presupposto che l’azione rispetta le regole del Paese ospitante, per quello che mi riguarda i giochi sono fatti: il nostro ruolo quaggiù è terminato. Io tornerò al più presto a casa, altre persone prenderanno le loro decisioni».
Il bilancio dell’esperienza che traccia David Monticelli è comunque positivo. « Noi non siamo stati fermati ma certo la Polizia ci ha attenzionato in maniera stretta. Diciamo che questa eventualità faceva parte del rischio che sapevamo di doverci assumere. – evidenzia – Dalla reazione delle autorità egiziane, che riflette poi quella dell’Occidente, posso dire che già abbiamo vinto. Abbiamo dimostrato che persone comuni, della società civile, possono dire la loro, di fronte alla tragedia immane del popolo palestinese. Questo tentativo di affrontare la marcia era necessario per denunciare il blocco degli aiuti umanitari e del cibo al valico di Rafah in vigore dallo scorso 2 marzo. Sono passati più di 2 mesi e da li non passa neanche “un chicco di grano”, come dichiarato da qualche esponente del governo israeliano».
Il referente del Fronte del Dissenso per le Marche è rincuorato anche dal fatto di aver percepito un feedback positivo tra la gente del Cairo. «Ci hanno espresso simpatia, nonostante il clima di tensione, e gratitudine per quello che abbiamo fatto a sostegno di Gaza. – confida – Reazioni positive sono filtrate anche da dentro la Striscia di Gaza. Hanno molto apprezzato il gesto arrivato da più di 5000 persone provenienti da 54 Paesi del mondo. Auspichiamo che questo nostro passo possa aprire a un ulteriore cammino verso il coinvolgimento sempre maggiore dell’opinione pubblica mondiale nel percorso di liberazione della Palestina e di recupero della dignità di questo popolo» spera.
Con questa certezza interiore Monticelli, come anche Severini e Solazzi, ha scelto di raggiungere l’Egitto nonostante le notizie poco confortanti apprese ieri, quando ormai era in procinto di imbarcarsi all’aeroporto di Fiumicino. «Lo scenario forse era già cambiato dopo le dichiarazioni del ministro degli esteri israeliano contro l’iniziativa del “Convoglio della Resistenza” Al-Soumoud, partito qualche giorno fa da Tunisi e in marcia verso Tripoli e l’Egitto. – ipotizza – Una iniziativa connessa alla mobilitazione internazionale della “Global March to Gaza”per chiedere la fine dell’assedio israeliano e l’apertura di corridoi umanitari concretizzatasi in un serpentone di 300 veicoli, con pullman e camion carichi di aiuti umanitari,e con a bordo oltre 1.700 volontari e attivisti, provenienti da Tunisia, Algeria, Libia e Mauritania. Questo movimento era gemellato con la nostra marcia e anche con la Freedom Flotilla, bloccata nelle acque internazionali» ricorda l’osimano. Sui bombardamenti della scorsa notte, poi, Monticelli chiosa: «Non c’era momento migliore di venire qua».
(Redazione CA)
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