Banda dello spray,
catturato a Lloret de Mar Andrea Cavallari:
la bella vita tra hotel e shopping

ANCONA - Condannato per la strage di Corinaldo, era evaso il 3 luglio dopo la laurea a Bologna. E' stato rintracciato in un hotel con documenti e denaro falsi. La Procura: «Non era possibile una "felice latitanza" per un reato così grave» (VIDEO)
Il procuratore Roberto Rossi ricostruisce le indagini che hanno permesso di risalire alla cattura del latitante Andrea Cavallari

Andrea Cavallari ripreso in un hotel in Spagna

Un momento della conferenza

E’ finita questa mattina, attorno alle 10, la latitanza di Andrea Cavallari, il 26enne condannato in via definitiva a 11 anni e 10 mesi per la tragica strage di Corinaldo, che l’8 dicembre 2018 costò la vita a 6 persone e ne ferì 59.
Dopo essere evaso lo scorso 3 luglio durante un permesso per discutere la tesi di laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna, Cavallari è stato catturato dalla Policia Nacional spagnola a Lloret de Mar, nota località turistica sulla costa catalana, su input dei carabinieri e polizia Penitenziaria.

Andrea Cavallari al momento dell’arresto in Spagna

Il blitz è scattato in un hotel dove Cavallari aveva trovato alloggio sotto falso nome e con documenti falsi.
Il giovane è stato sorpreso mentre faceva il check-out e, colto di sorpresa dagli agenti, non ha opposto resistenza. Al momento del fermo, Cavallari non era armato e aveva in tasca 800 euro in banconote false, sulla cui provenienza sono in corso indagini. Ulteriore elemento, questo, che lascia capire come indubbiamente la sua fuga fosse tutta studiata e pianificata nei minimi dettagli.
Da Bologna, il giovane aveva raggiunto la Spagna via terra per eludere i controlli di polizia alla frontiera.
Dopo un passaggio a Barcellona e in alcune zone della provincia, dove ha lasciato numerose tracce tramite prelievi e spese varie, inclusi acquisto di souvenir e shopping, si è spostato a Lloret de Mar.
Proprio questi pagamenti elettronici, effettuati con una carta intestata a un nome falso, sono stati cruciali per gli investigatori nel tracciare i suoi movimenti da “bella vita”, riuscendo a individuarlo la scorsa domenica.
«Non si era fatto crescere la barba, non si era tinto i capelli – ha detto il colonnello Carmine Elefante, comandante del Reparto Operativo -. I riscontri fatti ci hanno quindi dato la certezza che volevamo».

Nel pomeriggio, durante una conferenza stampa tenutasi al Comando provinciale dei carabinieri di Ancona, il Procuratore Generale della Corte d’Appello di Ancona Roberto Rossi, nel fornire alcuni dettagli sulla cattura, ha espresso profonda soddisfazione per l’esito delle ricerche. «Ringraziamenti ovviamente tutte le forze di polizia che hanno fatto uno splendido lavoro, lavorando in sinergia. Sinergia che ha consentito questo successo».
Il Procuratore Rossi ha voluto poi sottolineare la particolare gravità di questa fuga.
«La latitanza – ha detto – è sempre stata un po’ una sfida allo stato, alle leggi, alle sentenze. Ma questa era una sfida particolare. La particolarità era data dal tipo di reato di cui questa persona si era macchiata, ed era un reato non solo particolarmente grave ma che, come sapete, ha generato dolori e sofferenze terribili. Non era possibile – ha ribadito fermamente – che una persona che si era macchiata di questi reati, potesse godere di una felice latitanza, per di più in una località turistica. Questa cosa – ha concluso -, per una morale che chiunque può apprezzare, non era possibile e non è stata consentita. Ringrazio ancora per il loro straordinario lavoro i carabinieri, la polizia penitenziaria».

Al centro il procuratore Roberto Rossi, a sinistra Il comandante provinciale dei carabinieri di Ancona, colonnello Roberto Di Costanzo e, a destra, Ezio Giacalone, Comandante del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria

Subito dopo la fuga del 3 luglio scorso, la Procura di Bologna, in collaborazione con quella di Ancona, aveva immediatamente aperto un fascicolo non solo per evasione, ma anche per favoreggiamento, per individuare chi possa aver aiutato Cavallari nella sua latitanza.
Il latitante, che aveva già scontato 6 anni della sua pena, era uscito dal carcere della Dozza di Bologna affidato ai familiari e senza scorta della polizia penitenziaria. Dopo la laurea e il pranzo con la famiglia, aveva fatto perdere le sue tracce.
Andrea Cavallari sarà ora messo a disposizione del magistrato dell’ufficio giudiziario centrale del tribunale dell’Audiencia Nacional, che dovrà decretarne la custodia cautelare in carcere in attesa delle procedure di estradizione in Italia, che avverranno in breve tempo grazie all’efficace collaborazione tra le autorità giudiziarie dei due Paesi.

al. big.
(Aggiornato alle 19.56)

Catturato a Barcellona Andrea Cavallari: finita la fuga del condannato per la strage di Corinaldo

Andrea Cavallari durante un prelievo in Spagna



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