di Marina Verdenelli
Terremoto e ricorsi da parte dei richiedenti asilo fanno salire il numero delle cause in tribunale e in Corte d’Appello. Almeno cento al mese quelle già da smaltire per i profughi che, forti della nuova legislazione, ricorrono al tribunale nel primo e nel secondo grado di giudizio determinando una esplosione dei processi che va a pesare sulla macchina legislativa già poco celere di suo. Questo un assaggio della relazione che verrà presentata sabato in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, ad Ancona e dove verrà fatto il punto sui reati ancora maggiormente diffusi come il maltrattamento in famiglia e la violenza sessuale che vedono in primo piano vittime donne. «Gli eventi sismici – annuncia il presidente della Corte d’Appello Carmelo Marino – che hanno colpito le Marche con le ultime tre grandi scosse, quelle del 24 agosto, del 26 e 30 ottobre, hanno determinato una incidenza sul funzionamento degli uffici e sulle cause per risarcimento, sia in sede civile che in sede penale, senza contare che nelle zone più colpite la normativa ha sospeso i termini processuali fino al 31 luglio 2017. Si registra un aumento che oscillerà tra il 5 e il 10%». Il presidente parla di una esplosione di procedimenti che riguardano i ricorsi da parte dei richiedenti asilo, impugnati in tribunale (per il primo grado) e in Corte d’Appello, ai quali non era stato concesso il permesso dalle prefetture. «Al momento abbiamo registrato 1.250 procedimenti per il primo grado e 1.063 in Corte d’Appello – spiega Marino – tutte cause che devono essere decise entro i sei mesi dall’avvio. I tempi sono stretti. Per il tribunale di primo grado sono stati inviati magistrati aggiuntivi, in Corte d’Appello al momento no e dovremo far fronte con le risorse che abbiamo». A conti fatti sono più di 100 richieste al mese e la permanenza nel territorio italiano di soggetti di diverse etnie sui quali si conosce poco o nulla.
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