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Camera di Commercio:
due milioni alle imprese

ECONOMIA - Ultimo atto prima della riforma, l'ente camerale di Ancona ha presentato il programma di attività per il 2017. A giugno la riorganizzazione del sistema regionale, non c'è l'accordo tra le 5 territoriali. Il presidente Cataldi: "Riforma sbagliata, danneggia le aziende a favore delle quali abbiamo sempre lavorato"

Da sinistra Santini, presidente Marchet, Polacco vice presidente Camera di Commercio di Ancoona, Cataldi, presidente della Camera di Commercio di Ancona, De Vita, segretario generale Camera di Commercio di Ancona

di Agnese Carnevali

Un plafond da 1,9 milioni da destinare ai servizi alle imprese del territorio per il 2017. Le ultime risorse di cui la Camera di Commercio di Ancona disporrà in autonomia, in quest’anno. L’ultimo prima che entri in vigore la riforma del sistema camerale e che vedrà l’ente di Ancona in questa forma organizzativa. Quale sarà il nuovo assetto? L’accordo tra le cinque territoriali ancora non c’è, con Ancona che punta alla Camera unica regionale e Macerata, Fermo ed Ascoli che spingono per i due enti, Marche Nord (Pesaro e Ancona) e Marche Sud (il resto della regione). Entro il 10 giugno la decisione. Senza intesa, sarà Unioncamere a scegliere. Ma comunque vada «questa riforma è sbagliata», commenta Giorgio Cataldi, presidente della Camera di Commercio di Ancona, durante la presentazione del programma 2017. «È sbagliata perché penalizza non tanto la struttura, ma le imprese a favore delle quali lavoriamo da sempre».

Preludio alla riforma, già dallo scorso anno i tagli al diritto annuale: – 40% per il 2016 e – 50% per l’anno in corso. Misure che, sottolinea Cataldi: «non hanno fermato i nostri interventi economici a sostegno del territorio». Come descritto dal report presentato stamattina (giovedì 2 febbraio), sono stati 2,185 i milioni spesi lo scorso anno in aiuto alle aziende, mentre 1,9 sono quelli previsti per il 2017, di cui 300 mila da destinare alle Pmi in fase di start up.

DIGITALIZZAZIONE E SOSTEGNO ALL’IMPRENDITORIALITÀ

Tra le linee guida, l’imperativo resta la digitalizzazione, con progetti ad hoc per rendere più smart le imprese del territorio, come “Made in Italy: eccellenze in digitale”, nato in collaborazione con Google, che prevede il supporto tecnico offerto agli imprenditori tradizionali da giovani borsisti esperti del settore, e “Crescere in digitale”, dedicato ai partecipanti al programma “Garanzia Giovani”. Altro capitolo strategico, quello della formazione all’imprenditorialità, con il sostegno a eCapital, all’Adriatic start up school e all’attività di Istao.

INTERNAZIONALIZZAZIONE

Poi la consulenza ed il sostegno per l’internazionalizzazione delle imprese, un settore che verrà toccato pesantemente dalla riforma, secondo quanto riportato da Cataldi. «Avremo forti limitazioni alle aziende speciali – spiega – nel nostro caso soprattutto per quel che riguarda Marchet, che si occupa di portare le nostre piccole imprese sui mercati esteri, ma la riforma impone il divieto di fare iniziative direttamente all’esterno. Vedremo cosa questo significa. In Marchet abbiamo alte professionalità che sarebbe un peccato disperdere». E il presidente di Marchet, Massimiliano Santini, candida l’azienda speciale dele Marche a «tassello fondamentale nell’ottica di riorganizzazone nazionale».

EXPORT

Proprio l’export, è un settore in crescita per la provincia, come rappresentato dai dati statistici del 2016 presentati oggi in concomitanza con il programma di attività 2017. In particolare, nell’ambito degli strumenti musicali, le fisarmoniche +30%. Il segno positivo anticipa pochi dei numeri del 2016. Negativo il saldo delle imprese che aprono. Ad Ancona calano più delle altre province, mntre a livello nazionale si registra una crescita. «Segno che che qui la crisi permane», sottolinea Cataldi. Regge la manifattura, mentre continuano a perdere terreno l’agricoltura e le costruzioni. Tra le aziende che aprono quelle dell’accoglienza, alberghi e ristoranti, dove però si registra un forte turn over e, dunque, una bassa aspettativa di vita. Buone le performance rispetto alle imprese di sport e di intrattenimento e quelle collegate alla comunicazione, al web e alle nuove tecnologie.

Sul fronte occupazione non si trova il 22% dei mestieri richiesti, ovvero specialisti del marketing, delle vendite, della logistica e della distribuzione.

 

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