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“Stava morendo,
mi sono tuffato senza pensarci”

ANCONA – Parla Luca Perucci, il ragazzo che si è gettato in mare per soccorrere l’uomo al Passetto. L’intervento suo e della coppia a riva ha salvato la vita al 43enne. “Ma non chiamateci eroi, non potevamo stare a guardare”

Luca Perucci, 27 anni, sub per passione

 

di Federica Serfilippi

«Quando ho visto quell’uomo immerso nell’acqua a testa in giù, non ho pensato due volte a quello che dovevo fare: sono sceso fino agli scogli e poi mi sono buttato in acqua. Se non l’avessi fatto, sarebbe annegato». Sono le parole di Luca Perucci, 27enne anconetano, che questa mattina ha salvato da morte certa un 43enne in balia delle onde del Passetto, tuffandosi in mare e sfidando la temperatura dell’acqua. Assieme a lui, ha agito una coppia di fidanzati che prima ha aiutato Luca a riportare a riva il 43enne, poi a fornire i primi soccorsi. Tutto si è svolto in pochissimi minuti. «Erano circa le 12.15 – racconta il 27enne, un operaio con la passione per le immersioni subacquee – e stavo facendo una passeggiata lungo la scalinata che porta al mare. All’improvviso mi sono fermato alla balconata della seconda rampa e ho visto un uomo seduto sulla piattaforma». Uno di quegli scivoli che facilitano l’ingresso in acqua. «Era completamente vestito, ma con in piedi a mollo. Le onde gli si infrangevano contro. Ho fatto in tempo a distogliere un attimo lo sguardo, che l’ho visto in mare. Con la schiena rivolta verso l’acqua e gli occhi al cielo». Imprudenza o gesto volontario? Luca non si è posto la domanda. «Sono sceso per le scale e in spiaggia ho trovato una coppia di fidanzati preoccupata per quello che stava succedendo. Insieme, abbiamo iniziato a chiamarlo e a fischiare per attirare la sua attenzione». Le cose sono andate però diversamente. «Ad un certo punto, si è girato su se stesso, immergendo la testa in acqua. Così, mi sono spogliato, buttandomi in mare per recuperarlo. Una volta preso, l’ho portato verso la rampa. Con il ragazzo rimasto in spiaggia (quello che era insieme alla fidanzata) siamo riusciti a trasportarlo a riva. Poi, la donna ha iniziato il massaggio cardiaco fino all’arrivo dei soccorsi». Che hanno trasportato il 43enne all’ospedale di Torrette con un codice di massima gravità. Il peggio è stato evitato. Tre angeli custodi. «Ma non eroi – conclude Luca -. Se vedi che una persona sta morendo, non puoi startene con le mani in mano. Quando ho visto quell’uomo a testa in giù, ho solo pensato che dovevo buttarmi subito. Ero lì e non potevo tirarmi indietro. Ho solo fatto il mio dovere».

Rischia di annegare al Passetto, ora lotta per la vita

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